MILANO – Sembra la Coppa Italia, invece è uno scudetto mascherato. Neanche tanto, mascherato. Quello scudetto che la Juve porta sulla maglia dai tempi degli Ittiti e che in questo finale d'inverno è di nuovo dentro di lei, non soltanto addosso. A metà gennaio, primo atto di Inter-Juventus, i bianconeri erano andati sotto e poi erano rimasti laggiù. Inabissati. All'inizio di febbraio, secondo atto, i bianconeri vanno ancora sotto ma ci restano un attimo, è l'apnea del cercatore di perle che sa tornare presto in superficie stringendo il suo tesoro. Tutta un'altra Juve, tutta un'altra storia.
Ecco il Dna della Juve. Ora per l'Inter si complica tutto
di
Massimo Mauro
Pur avendo di nuovo preso il gol a sinistra, con un vuoto che pareva una replica di quello fatale del 17 gennaio, Pirlo ha saputo mettere mano e riparo a ogni guasto. La Juve ha pressato forsennatamente, molto corta, reattiva, aggressiva. Ronaldo che in campionato non segna da tre partite, ne fa due. Ogni spazio viene colmato, ci sono giocatori come ossessi (più di tutti, l'americano) e c'è un disegno di squadra cortissima e mobile, un gomitolo pieno di nodi stretti.
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Qui si deve capire quale sia la migliore squadra d'Italia, e la risposta sembra di nuovo la solita, la stessa: è la Juve. Se in campionato nello scontro del Meazza sembrava quasi la fine di una tirannide, meno di tre settimane sono bastate ai bianconeri per vincere sempre, incassando solo un gol usato però come molla a San Siro, come leva per rialzarsi.
Anche senza il suo regista Arthur, lasciato in panchina dopo un periodo di confortante crescita, la Juventus ha saputo ragionare e costruire, ma soprattutto diventare squadra asfissiante: nessuno leva ossigeno all'avversario quanto lei. E ci sono momenti e movimenti inediti, come la difesa a 5 nel finale di partita con Chiellini terzino sinistro come quand'era ragazzo. L'Inter aveva in campo 26 gol in meno, quelli segnati quest'anno da Lukaku e Hakimi, ma in meno aveva soprattutto la presenza, l'autorevolezza: ha segnato un gol molto bello ma lo ha lasciato subito appassire, non se ne è fatta niente, eppure quel gol era l'ideale per imporre il passo alla Juve. Ma la Juve quel passo ce l'ha doppio, doppia velocità e doppia insistenza: i meccanismi che per mesi si intuivano appena, adesso sono un disegno esatto.
Sembra solo la vecchia coppetta Italia, invece è una prova di scudetto, un trailer. Prossimamente su questi schermi, ecco a voi la Juventus. Sempre lei. Juve bis, Juve ter. Governissima.
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