C'era una volta il Rot-Weiss Essen: vinceva il titolo e la coppa di Germania e dava giocatori gloriosi alla nazionale. Ora c'è il Rot-Weiss Essen che milita in Regionalliga, la nostra serie D, fa corsa di testa con la seconda squadra del Borussia Dortmund e spera finalmente di risalire in Dritte, la terza serie del calcio tedesco. Gli antichi fasti, le presenze in Bundesliga smarrite sul finire degli anni 70, sono rinverditi ogni tanto da lampi sparsi nel tempo. Come quella finale di Coppa di Germania conquistata 27 anni fa e persa contro un Werder Brema allora di altissimo livello europeo. O come in un freddo martedì di un febbraio dell'era Covid: sempre in Coppa, allo Stadion Essen contro il Bayer Leverkusen, una delle più belle squadre della Bundesliga che per qualche settimana ha pensato addirittura di buttare giù dal trono il Bayern Monaco.
Sembra impossibile arrivare ai supplementari, eppure l'RW inchioda la gara sullo 0-0. Perché a volte gli dei del calcio ricordano il passato e decidono di dare una mano: e allora il Leverkusen prende 4 pali, uno anche con l'ex Roma Schick. Sembra poi impossibile arrivare anche ai rigori quando Bailey, talentino giamaicano delle Aspirine, fa gol indirizzando la sfida sul copione più scontato. Ed infatti ai rigori non ci si arriva, ma con il copione imprevisto. Il RW ne fa due, scariche elettriche nel Dna dei tifosi che quel 'c'era una volta' lo hanno sentito da nonni e padri e che finalmente si sentono protagonisti: file di macchine, assembramenti spontanei e fuochi d'artificio fuori dallo Stadion, con la polizia a controllare a stento la situazione.
Oguzhan Kefkir e Simon Engelmann, sono i due eroi della notte. Entrambi sulla trentina, onesti giocatori di categoria, non certo paragonabili a Helmut Rahn. È il più famoso giocatore della storia del RW, venerato al punto tale che vicino alla stadio c'è una statua in suo onore. Rahn è il cannoniere più radio ascoltato della storia del calcio tedesco: sua la rete del 3-2 nella finale mondiale del 1954 contro l'Ungheria, raccontata dalla voce Herbert Zimmermann ed entrata a far parte, oltre che dell'immaginario collettivo, anche della storia del cinema, ne Il Matrimonio di Maria Braun di Fassbinder. Rahn è in campo e fa gol anche nella finale di coppa tedesca della rinascita, quella del 1953 dopo 10 anni di interruzione, unico successo nella competizione dell'RW. Finale contro l'Alemannia Aachen che schiera quel Jupp Derwall che Enzo Bearzot si ritroverà ct avversario nella finale di Madrid del 1982.
Rahn, pur senza segnare, è in campo nel giorno più alto mai raggiunto dai biancorossi di Essen, la finale del campionato del 1955: 4-3 contro il Kaiserslautern, altra gloriosissima decaduta, che appena l'anno prima ha dato 5 giocatori alla Germania Ovest campione del mondo. Liebrich, Kolhmeyer, Eckel, Fritz e Ottmar Walter, il 26 giugno ad Hannover manca solo l'ultimo: il suo ginocchio pieno si schegge, eredità della Seconda Guerra Mondiale, gli sta probabilmente presentando il conto. Una vittoria che vale il campionato e un record che non potrà mai essere battuto: prima squadra tedesca a disputare la neonata Coppa dei Campioni. Va male, fuori subito nel doppio confronto con gli scozzesi dell'Hibernian Edimburgo.
Dopo Rahn, passano per Essen altri campioni. Horst Hrubesch, altro avversario dell'Italia, sia in Nazionale che con la maglia dell'Amburgo, lega presenze e gol all'ultimo periodo in Bundesliga del club. Otto Rehhagel, che a Essen gioca come difensore e che sarà campione soprattutto come allenatore, con il fiore all'occhiello dell'incredibile Europeo vinto con la Grecia nel 2004. Ma di fatto dopo Rahn inizia il declino. Quando nel 1963 Pelè arriva con il Santos nella Ruhr, va a giocare ad Essen, ma non contro il Rot-Weiss. Gli avversari sono quelli dello Schalke 04 di Gelsenkirchen (città distante un tiro di schioppo, una quindicina di km): il RW non è più all'avanguardia, ma lo è lo stadio Georg-Melches-Stadion, multifunzionale e con il primo impianto di illuminazione della Germania Occidentale.
Le orme di 'O Rei' però sul quel manto erboso restano e tanti anni dopo (addirittura nel 2005) uno dei presidenti del club lo fa socio onorario. Il Georg-Melches ora non esiste più: nove anni fa ha ceduto ha lasciato il posto all'attuale Stadion Essen, 20mila posti, attrezzato per palcoscenici decisamente più prestigiosi rispetto alla quarta serie. Ma servono tanti ingredienti: una buona squadra, e quella sembra esserci, e quella solidità economica mancata a cavallo tra gli anni ottanta e i primi anni novanta, quando per tre volte la partecipazione alla Zweite Liga venne rispedita al mittente per questione di quattrini. Ora i biancorossi ci riprovano, e chissà che lo slancio decisivo non possa arrivare proprio da una fredda serata di un febbraio di una strana era.
Non è "solo" un mal di testa. Emicrania: regole, sintomi e prevenzione di uno dei…
Infezioni in gravidanza, ogni anno un neonato su 150 colpito da citomegalovirus, circa 300 nascono…
Morbillo, quasi raddoppiati i casi in un mese: cosa sta succedendo e cosa fare Corriere…
Sonno e intestino: così il microbiota intestinale influenza il riposo (e viceversa). Come intervenire Corriere…
DELFINATO, È IL TADEJ POGAČAR SHOW. TAPPA E MAGLIA PER LO SLOVENO TuttobiciwebVisualizza la copertura…
LIVE Judo, Mondiali 2025 in DIRETTA: ASSUNTA SCUTTO, ORO DA DOMINATRICE! OA SportMondiali Judo: Assunta…