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L’Oregon depenalizza il possesso di tutte le droghe: primo Stato negli Usa

NEW YORK – Assistenza sanitaria e comunità terapeutiche al posto del carcere, per chiunque verrà trovato in possesso di stupefacenti. L’Oregon è il primo stato d’America a scegliere la via della depenalizzazione completa nei confronti dei consumatori di droga. E non parliamo della marijuana, qui già legale dal 2014 quando lo stato del Nordovest fu il primo ad autorizzarne l’uso medico, approvando, l’anno dopo, anche quello ricreativo. La misura 110 appena ratificata abbandona infatti ogni approccio giustizialista per concentrarsi su un metodo esclusivamente medico.

Da oggi, chiunque verrà trovato in possesso di eroina, cocaina, metanfetamine e ossicodone verrà sanzionato con una multa da 100 dollari e pure sottoposto alla misura cautelare di una citazione in tribunale. Questa, però, verrà ritirata se la persona accetterà di far valutare il proprio stato di salute, pronta a intraprendere un percorso di recupero.

«Se vogliamo aiutare i tossicodipendenti a fare scelte diverse, dobbiamo dare loro più opzioni» dice a Usa Today Kassandra Frederique, direttrice di Drug Policy Alliance, no profit che si è battuta fortemente per la nuova legge. «Porre fine al carcere permette a chi vuol cambiare strada di avere opportunità che una fedina penale sporca cancella per sempre».

Una disparità, qui in America, soprattutto razziale: «In tribunale gli afroamericani vengono condannati il doppio dei bianchi, pur se il reato è lo stesso». I numeri nazionali parlano chiaro: l’87 per cento degli arresti per droga sono legati al solo possesso: «Curare costa meno del tenere tutta questa gente in carcere», dice ancora Frederique.

Augurandosi che ancora una volta, sul tema narcotici, l’Oregon sia l’apripista dell’intera nazione: «L’approccio punitivo, ormai è dimostrato, non funziona». La legge entra in vigore in un momento particolarmente delicato per lo stato del Nordovest: in un anno di pandemia, il numero di overdosi è schizzato su del 70 per cento. «Dobbiamo basare le nostre politiche sulla scienza e la statistica anziché sul mito dello stigma e sulla punizione». Il programma sarà finanziato attraverso i proventi dalla tassa statale sulla cannabis.

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