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Gli stipendi anticipati di Lotito, la mossa anti Gravina che non piace all’Agenzia delle entrate

Chi pensa a un improvviso moto di generosità si sbaglia. E di grosso. La mossa di Claudio Lotito, di versare a gennaio gli stipendi di febbraio e marzo ai calciatori della Lazio, ha un doppio valore. Uno politico, che rappresenta una presa di posizione: portarsi polemicamente avanti mentre la Federcalcio del "nemico" Gravina ha autorizzato a far slittare a fine stagione i pagamenti che dovevano essere onorati entro il 16 febbraio a fronte di un accordo (seppure in sede protetta) con i giocatori. Lotito prende così le distanze dall'Inter, che ha scelto la scorciatoia offerta dalla Federcalcio, accordandosi con Lukaku e compagnia per pagare le mensilità di ottobre e novembre non tra un mese, ma addirittura a fine campionato. Una pratica che larghissima parte della Serie A ritiene una sorta di concorrenza sleale. Perché ammette nei fatti di giocare un campionato con un organico al di sopra delle proprie possibilità. Penalizzando chi ha cercato di fare solo operazioni sostenibili e premiando chi in una condizione normale sarebbe andato incontro a una penalizzazione, non potendo onorare i salari tre due settimane. Un sistema che non tutela nemmeno i giocatori: chi ha la forza di "strappare" con la società in un momento in cui è praticamente impossibile ritrovare altrove lo stesso stipendio percepito nella propria squadra? Meglio tardi che mai, si diranno i giocatori firmando gli accordi che posticipano i pagamenti loro dovuti.

La mossa di Lotito

Ma la mossa di Lotito ha anche – soprattutto? – un interesse economico. Perché la Federcalcio a novembre aveva ottenuto un emendamento alla Legge di Bilancio che permette alle società professionistiche di sospendere fino a maggio i versamenti fiscali per gli oneri con scadenza a febbraio, con possibilità di spalmarli su 24 mesi. In sostanza, pagando anticipatamente gli stipendi di febbraio e marzo, ritiene di poter differire i pagamenti degli oneri su quegli stipendi a partire da maggio. E, soprattutto, spalmandoli su due anni. Un piccolo capolavoro di furbizia, per lui: forse troppo. Anche secondo l'Agenzia delle Entrate, che non ha apprezzato affatto la manovra, soprattutto perché utilizzerebbe una misura Covid per le aziende in difficoltà con lo scopo di ottenere un vantaggio di cui – evidentemente – non avrebbe poi questo gran bisogno, se ha potuto permettersi di pagare addirittura in anticipo. Non a caso da venerdì tra Figc e Agenzia delle entrate il filo è bollente.

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Le polemiche a novembre coi giocatori

Ma Lotito non certo è un santo, anzi. Quando sospettava che la Federcalcio avrebbe differito il termine per i pagamenti, cedendo al pressing di almeno 5-6 società (anche in quel caso guidate dall'Inter), aveva sospeso i pagamenti, per non spendere un solo euro non necessario. Era novembre e la scelta lo aveva portato in aperta polemica con i suoi stessi calciatori, con messaggi critici di Luis Alberto sui social network per il ritardo dei pagamenti di premi e stipendi. Lo stipendio di giugno ai suoi giocatori arrivò soltanto a novembre inoltrato. Quando capì che in realtà la Federcalcio avrebbe concesso soltanto lo slittamento di un mese del termine per evitare sanzioni. Adesso le società hanno ottenuto molto di più. Ma anche i calciatori (meglio, l'Associazione calciatori) avevano già incassato, con il riconoscimento da 1,25 milioni di euro della Federcalcio al loro Fondo di solidarietà. Sullo sfondo, la corsa elettorale per la presidenza della Federcalcio. Gravina, il presidente candidato al secondo mandato, è fortemente legato a Paolo Dal Pino, che la Lega di Serie A aveva quasi impallinato nell'assemblea della settimana scorsa. Sibilia, lo sfidante, a Lotito, che aveva guidato il blitz. La corsa è iniziata, la Lega di Serie A, unico motore economico del sistema, rischia soprattutto in un momento di crisi come questo, di indicare la strada.

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