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Giancarlo Pedote: “La mia Vendée Globe da record, ecco come ho domato la solitudine e Capo Horn. E ora tifo per Luna Rossa”

Giancarlo Pedote, lei ha tagliato il traguardo della Vendée Globe, la regata in solitario intorno al mondo senza scalo, in settima posizione (poi ottavo nella classifica finale per l'abbuono a Le Cam), miglior risultato assoluto per un velista italiano. Come si sente?
"Ovviamente sono molto felice, non è scontato portare a termine una regata del genere, non c'è solo la navigazione ma anche la capacità di saper gestire problemi seri. I velisti italiani non valgono di certo meno degli altri e io ho pensato a fare il miglior risultato nella regata, non a battere gli altri italiani che l'hanno fatta in passato".

Quando ha iniziato a preparare la Vendée Globe e quanto conta la preparazione fisica in questa regata?
"Questa regata ho iniziato a prepararla a 14 anni, ho sempre voluto fare sport, sono stato istruttore di full contact e pugilato, mi allenavo 4 ore al giorno 5 giorni su cinque, e quando ho capito che il mio sport era la vela ho fatto della preparazione fisica il mio punto di forza. I mei amici triatleti mi hanno mandato un messaggio video durante la regata per incitarmi e mi ha fatto molto piacere".

Giro del mondo, fotofinish della lealtà: primo il velista che ha aiutato l’amico

di

Maurizio Crosetti


La sua barca, Prysmian, non è di ultima generazione, ha i foil più piccoli. Quanto incide la barca nel successo di una regata del genere?
La barca conta molto, io non potuto fare gli upgrade dei foil come qualche altro concorrente, ho navigato con i foil più piccoli della flotta per cui la mia barca era meno veloce e decollava in ritardo rispetto alle altri. Ma ho comunque cercato di gestire al meglio la situazione, per i miei sponsor era importante che io arrivassi sino in fondo. Certo a Capo Horn ero vicino a Boris Hermann e quando siamo sbucati nell'Atlantico lui è partito con due, tre nodi in più di velocità".

Quali sono stati i momenti più difficili per la navigazione?

"L'Oceano Indiano è stato veramente duro, lo stato del mare ha sollecitato duramente la barca, c'era molta onda, e poi il passaggio di Capo Horn con 50 nodi al lasco e mare molto formato".

E dal punto di vista psicologico quali sono state le difficoltà maggiori?
"Resistere alla solitudine e doversela cavare da soli in qualsiasi circostanza. Anche sotto questo profilo mi sentivo pronto, come gli altri d'altronde. Certo prima della partenza fai molta teoria ma poi il vero allenamento lo fai quando sei in regata. Per esempio sono dovuto salire tre volte in testa all'albero, a un certo punto il motore non partiva più e rischiavo di non ricaricare le batterie. Ogni giorno c'è un problema da risolvere e puoi farlo solo tu".

Quando il navigatore francese Kevin Escoffier ha lanciato l'Sos perché stava affondando lei cosa ha pensato?
"Mi sono messo in allerta nel caso il Comitato di regata mi avesse chiesto di contribuire ai soccorsi e poi ho seguito da vicino tutte le operazioni di salvataggio. In quei momenti ciò che contava era soltanto la messa in sicurezza di Kevin, la regata è passata in secondo piano".

Gli Imoca di ultima generazione sono sempre più spinti, con foil grandi e velocità impressionanti. Va bene così o si sta andando oltre nella ricerca dei limiti mettendo a rischio la sicurezza?
"Secondo me va bene così, la tecnologia non la puoi arrestare, gli ingegneri spingono per introdurre innovazioni e non sarebbe giusto frenarli. Anche gli smartphone che tutti usiamo hanno delle controindicazioni ma nessuno si sogna di buttarli via. Nell'ultimo tratto di regata ho spinto molto e con i miei foil mi ero imposto di non scendere mai sotto i 20 nodi di velocità. Sono talmente abituato che senza volo mi sembra di andare in crociera".

I suoi colleghi di Luna Rossa in queste ore si stanno giocando la Prada Cup nelle acque di Auckland anche loro in volo sui foil. Ha un messaggio di mandargli?
"Sì certo, conosco bene Francesco Bruni che mi ha incitato molto durante la Vendée, sono un tifoso sfegatato di Luna Rossa e mi piacerebbe tantissimo partecipare a un progetto di Coppa America. Forza ragazzi, mi fate sognare, siamo tutti con voi".

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