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Crisi lampo? Italiani presi in giro

Doveva essere una crisi lampo, ma a quasi venti giorni dalle dimissioni delle ministre renziane ancora non sappiamo quando e come ne usciremo. Venti giorni, di fatto, senza un governo, con ministri e leader politici distratti dall'interesse nazionale perché risucchiati dall'interesse personale e al massimo dall'interesse di partito, hanno un costo. Un costo alto, in epoca di crisi sanitaria ed economica e con un Recovery Plan ancora tutto da scrivere. Ma un costo sostenibile se fosse il prezzo da pagare ad un assetto politico più stabile e ad un governo più efficace. Tutto lascia invece credere che l'epilogo di questa triste vicenda sarà un altro.

Se davvero prenderà corpo un Conte ter saremo passati dalla padella alla brace: le medesime inefficienze del Conte2, con un surplus di conflittualità e di insofferenza tra i partiti che lo sostengono. Quanto di peggio. Lo hanno capito anche gli italiani. Secondo un sondaggio Swg, solo il 24% dei nostri concittadini si aspetta la nascita di un governo più efficace e più coeso di quello che l'ha preceduto; gli altri danno per scontato un ulteriore scadimento nella capacità politica dell'esecutivo.

Siamo dunque consapevolmente avviati verso un disastro nazionale. Come spiegarlo? Con la granitica debolezza dei protagonisti di quest'assurda vicenda. Non rappresentando un'idea né un partito, se Giuseppe Conte avesse avuto la forza morale di chi ha a cuore l'interesse nazionale più della propria carriera personale avrebbe fatto un passo indietro invocando l'unità delle forze politiche. Con tutta evidenza, ha fatto scelte diverse. Se Pd e 5stelle non fossero nel pieno di una devastante crisi di identità e di un drammatico vuoto di leadership avrebbero avuto la forza di affrancasi da un premier che i loro stessi eletti considerano inadeguato, e avrebbero inaugurato una fase nuova. Se FdI, e un po' meno la Lega, avessero avuto la forza, e in fondo il coraggio, di trascurare i sondaggi sui partiti per concentrarsi sull'interesse dello Stato avrebbero assecondato per tempo Forza Italia nella richiesta di un governo di salvezza nazionale e questo avrebbe influenzato le scelte di Renzi e di conseguenza l'esito delle consultazioni.

Invece nulla, o troppo poco, di tutto questo è accaduto. Si paventa, così, il rischio concreto di passare dal minestrone alla minestrina di governo. Una minestrina riscaldata. Volendo, si potrebbe ancora evitarla.

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