"Siamo stati tra i primi a dirlo, che serve un premier forte in Europa e non abbiamo cambiato idea. Un premier che sappia unire le forze economiche e sociali e che abbia credibilità con i cittadini ma anche con le istituzioni europee e con i mercati finanziari, perché siamo un paese con il 170% di debito". Il governatore della Liguria Giovanni Toti riflette sugli sviluppi della crisi, condivide l'idea di un premier forte in Europa, lanciata da Repubblica, traccia l'identikit del presidente del Consiglio ideale e invoca riforme istituzionali in wuesto Parlamento.
Presidente, un premier tecnico o politico?
"Faccio una premessa. Secondo me visto che Mattarella ha chiesto di far presto e il presidente Fico ha annunciato un nuovo giro di consultazioni, dicendo che ci sono le condizioni per rimettere insieme un governo a partire dal Conte bis, mi pare che si vada in questa direzione. E in un simile governo la disponibilità di "Cambiamo" non ci sarà mai e immagino di nessuno della coalizione di centrodestra"
Certo, ma non se andasse a finire così?
"È chiaro che se non si dovesse andare in quella direzione e riaprire un discorso più ampio, le cose cambierebbero. Ho letto che anche Berlusconi dopo giorni di posizioni ondivaghe ha aperto a un governo di unità e salute pubblica. Per una ipotesi al servizio del Paese siamo disponibili ad ascoltare quali proposte saranno sul tavolo, lo abbiamo detto al presidente Mattarella".
Giorgia Meloni nell'intervista a Repubblica chiede solo elezioni.
"Nella coalizione di centrodestra ci sono differenti sensibilità e non lo scopriamo certo oggi. Lo sa benissimo anche Salvini cui riconosco a questo giro di aver esercitato con prudenza il ruolo di capo coalizione, cercando posizioni comuni. Dopodiché non è la prima volta che il centrodestra ha sfumature e collocazioni diverse, ricordo che nel governo Monti c'era Forza Italia e non altri, in quello gialloverde solo la Lega. Quello che è secondo me adesso non può essere lasciato cadere da nessuno, è la necessità e volontà di alcune forze politiche di intraprendere parallelamente al governo che sarà, un percorso di riforme in Parlamento"
Quali?
"Questa legislatura non ha prodotto alcuna maggioranza in grado di governare e costretto due forze politiche talvolta anche antitetiche a stare insieme. Chi pensava che il Rosatellum portasse stabilità, faccia le sue considerazioni. Servono una legge elettorale che dia governi più forti e stabili, sul modello del cancellierato tedesco e poi una vera camera legislativa in cui governo e regioni che hanno gestito insieme questa pandemia, possano trovare un equilibrio e lavorare di concerto".
Pare di capire che lei escluda elezioni anticipate, se questo Parlamento deve fare le riforme.
"Con il taglio dei parlamentari e le turbolenze interne ai singoli partiti, le emergenze sanitaria, sociale e economica, credo che se non a un Conte ter, andremmo comunque a un governo e il mio appello è a non sciupare questi due anni di legislatura, costituendo in Parlamento una maggioranza più ampia del governo per avviare il percorso di riforme".
Torniamo al premier. Più tecnico o politico?
"Deve essere un premier che sa unire le forze economiche e sociali, richiamare a uno sforzo di responsabilità e impegno impresa e sindacati, con capacità di dialogo, non abbiamo bisogno del Cesare di turno. Mi piacerebbe di più un politico e un governo che coinvolgesse tutti i principali partiti, detto ciò abbiamo illustri esempi che evitiamo di tirare per la giacca, non tipicamente politici, ma pensare che uno che ha governato la Banca Centrale, non sappia fare politica sarebbe da ingenui".
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