Una battaglia meravigliosa lungo il Mare del Nord e a tratti anche dentro, pedalando e pedalando, impressionanti, leggeri, bellissimi. Il ciclocross ha trovato, e non da oggi, non dall’incredibile Mondiale di Ostenda vinto da Mathieu Van der Poel su Wout Van Aert, una rivalità in grado di rendere un evento ogni gara e di lasciare senza fiato, ogni volta, Olanda e Belgio sì, ma anche il resto del mondo. Van der Poel, 26 anni da pochi giorni, nipote per parte di madre di Raymond Poulidor e figlio di Adrie, e Van Aert, quattro mesi in più anziano, devastante anche su strada nel 2020: Strade Bianche, Sanremo, due tappe vinte al Tour, due argenti ai Mondiali di Imola. La grande storia dei due fenomeni si era sublimata al Fiandre, lo scorso ottobre, con la vittoria di centimetri di VDP su WVA. E i due non hanno mai smesso di correre: si sono presi lo spazio invernale per incendiare gli sterrati e mettere davanti alla tv milioni di appassionati. E ora Van der Poel si è messo al collo il quarto oro mondiale nella categoria maggiore, il terzo consecutivo: i due fenomeni ora sono sul 4-3 per l’olandese, ma ci sarà un seguito, la storia che è già infinita si allungherà ancora per molti anni. E su tutte le superfici, a partire dalla prossima Milano-Sanremo.
Ciclocross, Mondiali: è ancora Van der Poel. Cala il poker e batte Van Aert
Il vuoto, dietro i due fenomeni
A Ostenda la partenza a razzo è stata di Van Aert. Il percorso su sabbia favoriva la potenza pura, e poi i corridori arrivavano a lambire le onde, sul bagnasciuga. Van der Poel, caduto nel passaggio su prato nel secondo giro, ha schiumato rabbia finché non è riuscito a tornare sotto il rivale e, complice una sua foratura nella terza tornata, è andato via inarrestabile. Ha chiuso con 37” su Van Aert. Il terzo, il belga Toon Aerts, staccato di 1’24”, ha esultato per il bronzo come se avesse vinto. Vale un oro un posto dietro quei due. Van der Poel ha messo fuori gara 24 dei 44 partenti, solo in 20 hanno chiuso sotto il giro di svantaggio. Nessun italiano tra questi: il migliore, Gioele Bertolini, ha chiuso al 23° posto. Meglio, nell’altra gara di giornata, l’U23 femminile, la bravissima Francesca Baroni, quinta e commossa.
Italia lontanissima
Resterà, comunque, la grande galoppata nel gelo di Van der Poel. “Senza pubblico non mi sono potuto rendere conto del valore di questa vittoria”. L’olandese, partito con i gambali, a un certo punto li ha smessi: “Troppo caldo, lambivo l’acqua del mare anche per rinfrescarmi un po’”. “A un certo punto sono esploso” la risposta di Van Aert. L’urlo delle onde, la sabbia rigata dai passaggi dei corridori, hanno reso la giornata davvero unica. Il medagliere si chiude con 4 ori su 4 per l’Olanda, un dominio assoluto. L’ultima maglia iridata italiana a livello élite risale al 1997 (Daniele Pontoni). I cinque titoli di Renato Longo tra il ’59 e il ’67 appartengono alla preistoria. Eppure questo è un momento, per il livello di attenzione mediatica intorno al ciclocross, da cavalcare assolutamente. Toccherà al prossimo presidente federale – elezioni il 21 febbraio, corsa a quattro fra Daniela Isetti, Silvio Martinello, Fabio Perego e Cordiano Dagnoni – provare a ridare slancio a un movimento in grande difficoltà.
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di
Cosimo Cito
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