"Un vero peccato che non ci sia nessun questionario da compilare dopo il vaccino. Potremmo avere un patrimonio di dati prezioso da mostrare agli indecisi". Silvio Garattini, 92 anni, è presidente e fondatore dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri e si è sottoposto anche alla seconda dose del vaccino anti-Covid della Pfizer.
Professore come sta? Ha avuto qualche effetto collaterale?
"Non ho sentito neanche il solito doloretto dopo la puntura. Sto benissimo. Ed è già passata più di una settimana".
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La seconda dose sembra essere quella che può dare più fastidio.
"Sì, fra i sintomi più ricorrenti riportati c'è un po' di nausea, dolori muscolari, senso di malessere. Nulla di tutto questo, però, per quanto mi riguarda. Come acqua fresca".
Che cosa pensa dei medici e di chi lavora a contatto con i pazienti, anche fragili o anziani, che non vuole farsi vaccinare? Secondo gli ultimi dati in questa prima fase non ha aderito l'11 per cento del personale sanitario e il 18 degli operatori delle case di riposo.
"C'è un primo problema che andrebbe risolto che si lega anche a questo".
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Cioè?
"Quando fai il vaccino devi compilare un questionario prima dell'iniezione, per dire che farmaci prendi per esempio, ma dopo non c'è nessun modulo da compilare per riportare se ci sono stati effetti collaterali o no, come nel mio caso".
Vada avanti.
"Abbiamo già vaccinato oltre un milione di persone in tutta Italia, ha presente quanti dati potremmo avere? Ci consentirebbero di avere argomenti molto più soldi su cui discutere".
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Potrebbero aiutare a convincere gli scettici o chi ha paura?
"Esattamente. E comunque a parlarne con molta più consapevolezza. Potrebbero essere fatti studi mirati e mi sembra un peccato rinunciarvi".
Possibile che nessuno ci abbia pensato?
"In maniera sistematica? Non mi risulta. Io ho fatto il vaccino al Niguarda, me l'ha chiesto la Regione per dare il buon esempio, per far capire che non ci sono rischi. Ci sono andato due volte e ho visto tanta gente. Ma dopo l'iniezione non ho visto distribuire nulla e per quanto ne so, non c'è".
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Torniamo sui medici che il vaccino non lo vogliono fare.
"È un problema grave per tante ragioni. Primo, non viene dato il buon esempio. Secondo, rischiano di contagiare i loro pazienti. Terzo, se si contagiano loro privano delle loro cure anche tutti i loro pazienti e se sono ospedalieri c'è meno gente che si occupa dei malati. Purtroppo abbiamo avuto questo problema anche quando bisognava vaccinare i bambini dal morbillo, c'erano medici che facevano propaganda contraria".
Poi arriverà la sfida del resto della popolazione. Per ora la tabella di marcia, a causa dei ritardi delle multinazionali farmaceutiche, ha visto slittare gli over 80 di un mese.
"Speriamo sia solo un mese. Di sicuro dobbiamo organizzarci per il resto della popolazione per fare in fretta appena sarà possibile. In Giappone stanno già facendo esercitazioni".
Esercitazioni?
"Vaccineranno tutta la popolazione in tre mesi, marzo aprile e maggio. Ma in questo periodo si stanno già esercitando perché la macchina funzioni. La velocità è importantissima per via delle varianti. Quelle che circolano in questo momento non intaccano l'efficacia del vaccino. Ma per altre potrebbe non essere così".
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