LA MISSIONE Onu in Libia ha annunciato la lista dei candidati per gli incarichi del governo di transizione che dovrà portare il paese alle elezioni il 24 dicembre di quest’anno. Il meccanismo prevede che verrà costituito un Consiglio presidenziale di 3 membri e verrà creata la figura del Primo ministro, che fino ad non esisteva. Nell’elenco dell’Onu sono indicati 24 nomi in corsa per il Consiglio presidenziale di 3 membri e 21 per l'incarico di primo ministro.
L’annuncio è arrivato a poche ore dal 1° febbraio, il giorno in cui in Svizzera inizieranno a riunirsi i 75 membri del “Libya Political Dialogue Format”, l’assemblea di esponenti libici che dovrà scegliere i nuovi leader del paese. I 75 membri del Forum si stanno confrontando da mesi con il coordinamento delle Nazioni Unite per creare innanzitutto le condizioni per riunificare il paese dopo quasi 2 anni di guerra civile innescata dall’attacco del generale Haftar a Tripoli.
Per la Cirenaica è stata confermata la candidatura alla presidenza del nuovo Consiglio presidenziale di Agila Salah, presidente del parlamento che da Tripoli si è spostato a Tobruk. Un altro candidato è Al-Sharif Al-Wafi, uomo d'affari e politico originario di Al Marj (dove ha la sua base il generale Haftar). Ci sono poi l'attuale ambasciatore in Giordania, Muhammad al Barghati; l'ex ambasciatore in Svizzera, Ali Khairallah e l'ex ambasciatore in Grecia, Muhammad Yunus.
Per la Tripolitania si sono candidati il capo del Consiglio giudiziario Muhammad al Hafi, il politico Walid al Lafi e il sindacalista dei medici della capitale, Abd al Rahman al Balazi.
Dalla regione meridionale del Fezzan, arrivano i nomi dell'ex ambasciatore in Marocco, Abdelmadjid Seif el Nasr, un rappresentante vicino all’ex regime di Gheddafi, Omar Bouhrida, e l'ex primo ministro Ali Zeidan (che non si capisce se correrà per premier o presidente).
Per la carica di primo ministro correranno il ministro dell'Interno del Governo di Tripoli, Fathi Bashagha, il vice presidente del Consiglio presidenziale Ahmed Maitig, l'uomo d'affari Abdul Hamid al-Dabaiba, l'imprenditore Muhammad al Muntasser (erede di una famosa famiglia di uomini politici e d’affari di Misurata), il politico Mouin al Kikhia, il ministro della Difesa Salah al Numroush, e un esponente vicino ai gheddafiani, Youssef Chakouneh.
Per il nuovo primo ministro al momento non sembrano esserci personalità in grado di raccogliere le preferenze necessarie nella sessione plenaria. Bishaga, sostenuto a Tripoli dai Fratelli Musulmani, è molto osteggiato dalle parti vicine a Egitto ed Emirati, che vedono la fratellanza come un nemico mortale. Se la prima votazione dovesse fallire, si passerebbe automaticamente a un sistema di liste con l’indicazione dei tre membri del Consiglio presidenziale, più il primo ministro: dunque nuovamente quattro personalità. In questo caso, a essere eletta sarà la lista che otterrà il 60 per cento dei voti alla prima votazione nella sessione plenaria. Se nessuna lista dovesse ottenere il quorum, dal secondo turno basterebbe il 50 per cento più uno dei voti favorevoli dei presenti.
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