Considera l'anonimato, come spiega, necessario ed è l'autore del romanzo più verde in circolazione, perfetto per una città come Milano, che punta sulle politiche ambientali. Parliamo di Filelfo e del suo libro, L'assemblea degli animali (Einaudi). Una "favola selvaggia" che diventa lo spunto per una conversazione su temi molto milanesi, che riguardano comunque tutti, da vicino, a partire dalla provocazione contenuta nella trama: gli animali si riuniscono perché l'emergenza ecologica non può più essere ignorata e mandano agli esseri umani una epidemia, come avvertimento.
Perché l'essere umano, come lei scrive, è un pericolo per la natura, per l'ambiente, per la Terra?
"Perché ha dimenticato di fare parte di un unico mondo in cui tutto è connesso, come era chiaro alla saggezza antica non solo occidentale ma per esempio vedica o buddhista, e non esiste anima, umana, animale o vegetale, che non faccia parte di quella che i filosofi platonici chiamavano anima del mondo. Per questo gli animali si riuniscono in assemblea: per dare una lezione all'uomo affinché ricordi".
La pandemia è colpa degli esseri umani?
"Il senso di colpa che proviamo ha sicuramente una base oggettiva. Eravamo depressi e angosciati ben prima dell'epidemia: il pianeta era malato e, se tutto è connesso, ciò che avviene nella grande anima avviene anche in quella individuale. Nessuno può ritenersi sano in un mondo malato".
C'è un collegamento tra la distruzione del pianeta, l'inquinamento, il cambiamento climatico, i danni all'ambiente e la pandemia?
"La deforestazione continua e la sostituzione di spazi naturali con colture intensive aumentano il rischio del passaggio dei virus tra le specie. La carne che proviene dagli allevamenti intensivi è piena di antibiotici che riducono le nostre difese immunitarie. Sul legame diretto tra distruzione ambientale e pandemie gli scienziati non cessano di metterci in guardia".
Cosa possiamo imparare noi umani dagli animali?
"Ricordo i versi di Auden citati quasi alla lettera nel libro dall'ape regina: "Gli animali sono dotati di buone maniere dalla nascita, non sgomitano per farsi strada. Non supplicano, non chiedono pietà, non si danno per vinti. Non mostrano segno di sapere che sono condannati, anche se lo sanno benissimo, ma vivono tenendosi lontani dalle illusioni come dal mare aperto. Si dice sia l'istinto a guidarli, ma andrebbe chiamato senso comune"".
Il suo animale preferito è il koala? E perché?
"L'assemblea è dedicata ad Ash, il primo cucciolo di koala nato dopo i grandi incendi australiani. Quell'assurdo rogo è l'evento che induce gli animali protagonisti del libro a convocare la grande assise, in cui il koala è il testimone principale".
Cosa possiamo fare per l'ambiente?
"Alla crisi ecologica è legata quella sociale ed economica, allo sfruttamento delle risorse la disuguaglianza e l'incertezza del futuro, come denuncia continuamente il Papa. Che lo dica un leader spirituale deve farci riflettere: fare qualcosa per l'ambiente significa anzitutto cambiare qualcosa della nostra psiche".
Cosa possono fare un libro e uno scrittore per l'ambiente?
"Un intellettuale non solo può ma deve avere ben chiaro qual è la questione più urgente del suo tempo. Come gli scrittori del secolo scorso si interrogavano sulla guerra fredda, o prima ancora sul totalitarismo, oggi i grandi intellettuali di tutto il mondo si interrogano sull'emergenza ambientale".
Ottimista o pessimista sul futuro?
"Ottimista sul passato. La scrittura dell'Assemblea degli animali è costruita su citazioni: da Omero a Shakespeare, da Platone a Schopenhauer, da Melville a Borges. Per questo in fondo c'è una bibliografia: è la nostra cultura migliore. Fino a quando non la dimenticheremo, ci sarà speranza per la natura e per il futuro".
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