Un rinnovamento profondo, volto a riannodare i fili tra le tante anime che compongono il Complesso monumentale della Pilotta, schiudendo l’immenso scrigno di epoca farnesiana a una relazione viva tanto con la comunità cittadina quanto con la comunità internazionale di studiosi, nella direzione che vede il museo anche come motore di ricerca: dal 2017 direttore del Complesso monumentale, Simone Verde, sta portando avanti la progettazione e la realizzazione della Nuova Pilotta al momento con dieci cantieri aperti in parallelo rivolti alla rigenerazione di ambienti, al restauro di opere, alla apertura di nuove sezioni con allestimenti ideati a partire da un lavoro di ricerca che punta a recuperare il senso delle origini storiche delle collezioni.
Un titanico progetto la cui conclusione è prevista per la fine dell’anno.
Importante obiettivo del lavoro di riqualificazione è l’eliminazione del degrado per una rigenerazione che, nello stesso tempo, riscrive gli spazi in senso filologico: "Il cantiere più importante è quello per la chiusura del portico che va in Ghiaia", osserva Verde. Uno spazio prosegue lo studioso, "aperto agli inizi del Novecento in ossequio alla dittatura delle macchine. In origine, il Complesso nasce chiuso con un Palazzo che non è permeato in alcun modo dalla città: la chiusura del portico permette finalmente di ritrovarne l’originaria conformazione".
Pilotta, la chiusura del portico verso la Ghiaia
Fra gli interventi che stanno rivoluzionando gli spazi della Pilotta, uno avrà impatto anche sulla mobilità pedonale esterna. È infatti in corso il cantiere che porterà alla chiusura al transito nel voltone che collega piazza Ghiaia a piazza della Pace. Gli addetti ai lavori sono impegnati nel cantiere che porterà al montaggio di due grandi vetrate posizionate sui due lati di accesso. Durata dei lavori circa sei mesi.
(Foto Marco Vasini)
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Una criticità, fino a oggi, la coincidenza in un unico ingresso dell’accesso tanto per la Palatina quanto per i musei. Con la chiusura dell’arcata a piano terra, "oltre a restituire lo spazio alla sua originaria forma a tre navate che permette di percepirne la bellezza dall’ampio respiro, il portico diventerà l’ingresso autonomo della Palatina".
Inoltre, lo spazio riallestito permetterà alla biblioteca di avere una propria sala autonoma per conferenze e presentazioni, "senza dover allontanare gli utenti dalla sala di lettura in occasione di eventi. Non solo si riqualifica uno spazio così importante per la storia dell’edificio, ma si elimina un degrado che non ha bisogno di essere commentato".
In fase di realizzazione sono anche tre nuovi istituti: un Centro di documentazione interno che permetta di unificare le risorse bibliografiche, nel corso del tempo accumulate a servizio degli studiosi dei vari istituti del Complesso, in un unico spazio che è l’ex Sala dell’archivio del ducato, speculare al vestibolo del Teatro Farnese. Una sala enorme che fino a oggi era un deposito molto caotico: "Abbiamo tolto questo spazio immenso alla Galleria per darlo alla Biblioteca, in modo da centralizzare le risorse bibliografiche, favorendo le indagini multidisciplinari agli studiosi".
Dal momento che il Complesso è nato come organismo unitario, "stiamo lavorando anche alla creazione di un Archivio centrale e, novità molto importante, a un Gabinetto di disegni e stampe all’interno della Palatina". Il Gabinetto andrà a riunire materiale "oggi dislocato in maniera caotica nei locali del Complesso: negli archivi del Museo archeologico troviamo infatti autografi del Petitot mentre nelle collezioni della Galleria un corpus importantissimo di disegni tra cui quello del Parmigianino. Tutto materiale che verrà ora centralizzato perché riceva cure conservative uniche e una migliore valorizzazione".
Sempre nell’ambito della Palatina, il ripensamento delle aree della biblioteca prevederà una installazione di Claudio Parmiggiani, una Delocazione, per il quale il Complesso si è candidato per un bando ministeriale, lo stesso cui si deve la splendida installazione di Maurizio Nannucci.
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Per quanto riguarda il Museo Archeologico, anch’esso oggetto di un profondo ripensamento, "la fase di progettazione è ancora in corso ma è già stata inaugurata la vetrina con il ‘Bifacciale acheuleano’, una scheggia di roccia silicea di dimensioni davvero stupefacenti donata dagli Amici della Pilotta che segna il distinguersi dell’uomo dalle altre specie nella necessità di un gesto che per la prima volta va al di là di ciò che è necessario per sopravvivere: un gesto ‘non utilitario’ ma rivolto alla ricerca della bellezza come capacità dell’uomo di investire l’ambiente che lo circonda con i significati della sua specifica cultura".
Sta inoltre arrivando a termine la riqualificazione dell’Ala nuova del museo, quella rivolta verso il Lungoparma, nella quale verranno raccolte le collezioni che non provengono dal territorio: un’operazione che richiede "la razionalizzazione dei reperti presenti nel Museo archeologico, attualmente disposti in modo non scientifico sul piano sia cronologico sia della provenienza".
Il cantiere ha inoltre permesso di svelare una grande bellezza nascosta. La Sala delle Ceramiche, nel corso dei lavori di riqualificazione, ha ritrovato infatti il suo originario soffitto a cassettoni che, osserva Verde, "quando siamo intervenuti, era ricoperto di guano e occultato da un solaio in calcestruzzo".
Sempre nell'Ala nuova verrà ospitata la ceramica antica e la collezione di specchi etruschi di Maria Luigia. Nella seconda sala, prosegue Verde, "che sarà illuminata da uno splendido lampadario di Murano proveniente dagli uffici, verrà collocata la collezione numismatica. Le ultime due sale sono state trasformate con volte a botte per assomigliare, dal punto di vista dell’esperienza museale, a tombe egizie: percorrendo un corridoio dal soffitto inclinato, attraverso un’esperienza immersiva simile a quella che conduce nel ventre della terra attraverso i cunicoli delle tombe di Luxor, si arriverà presto nelle sale che ospitano le mummie e i sarcofagi".
Sempre al Museo Archeologico Nazionale, istituito nel 1760, è in atto la consegna del cantiere per il restauro della facciata della Cavallerizza "che oggi versa in condizioni di assoluto degrado". Terminati sono invece i lavori della sede degli Amici della Pilotta che hanno salvato dal degrado un pezzo di giardino in cavallerizza.
Il cortile della Cavallerizza, nuovo scrigno di bellezza in Pilotta a Parma – Foto
Torna a splendere il cortile della Cavallerizza all'interno del complesso monumentale della Pilotta a Parma. Sono infatti terminati i lavori di recupero del giardino che si affaccia su via Pigorini, a pochi passi da piazza Ghiaia. Un bel prato verde ora accoglie parmigiani e turisti, un luogo magico che rinasce dopo anni di chiusura al pubblico. Per completare l'opera, una squadra di operai ha iniziato il restauro della facciata dell'ex tribunale Petitot che sarà riqualificata. La fine dei lavori complessiva è prevista a settembre quando un'altra zona della Pilotta, finora occultata, sarà nuovamente fruibilein occasione di eventi. (Foto Marco Vasini)
Arrivati a conclusione i lavori per la Sala Cinquecento, nella quale è esposta la Schiava turca del Parmigianino, mentre sono quasi terminati quelli per l’Ala ovest e il Corridoio dei Lombardi. In fase di lavorazione sono invece le sezioni dedicate ai pittori fiamminghi e alla pittura manierista a Parma.
Tassello fondamentale del percorso che porta alla Nuova Pilotta, l’allestimento della mostra permanente L’Ottocento e il mito di Correggio che inaugurerà appena le norme Covid lo permetteranno, svelando al pubblico il nuovo volto della Rocchetta che da ora ospiterà collezioni ottocentesche mai viste.
Grazie a un accordo con l’Università di Parma, le splendide Scuderie, restituite ormai alla Pilotta, saranno integrate al Complesso: "Stiamo lavorando per una destinazione che sia funzionale al restauro e ai depositi ma vorremmo restituire le Scuderie alla cittadinanza attraverso iniziative espositive anche di arte contemporanea".
Novità importante, il Museo Bodoniano, oggi situato al terzo piano della Biblioteca Palatina e scarsamente fruibile dai visitatori, trova una nuova sede a piano terra grazie a un cantiere che dovrebbe essere chiuso entro due mesi: "Sarà un bellissimo museo, elegantemente contemporaneo e all’antica nello stesso tempo, accessibile a tutti senza appuntamento, che avrà il suo ingresso in corrispondenza del nuovo accesso della Palatina. Nell’ampia galleria, prima adibita a deposito della biblioteca, verranno allestiti i materiali attraverso i quali si dispiega un pezzo importante di storia della città: il racconto della affascinante esperienza di Bodoni, dalla ideazione dei caratteri tipografici fino alla stampa del libro".
A questi cantieri vanno poi aggiunti altri destinati ai servizi come la totale rifunzionalizzazione del sottopalco con una sala ristoro e una batteria di bagni.
Il progetto di disvelamento di una bellezza finora celata allo sguardo ha coinvolto anche la collezione di preziosi testi greci, datati dal decimo al diciottesimo secolo, raccolti dal duca Ferdinando nel Settecento e finora inaccessibili per la loro delicatezza: pezzi unici, custoditi sotto chiave nella Sala De Rossi, con controllo microbiologico e della temperatura, fino a oggi esaminati da pochissimi studiosi.
I manoscritti, dopo essere stati digitalizzati, rivelano oggi allo sguardo di tutti il proprio splendore, con oltre 12mila immagini ad alta risoluzione, su Internet Culturale (internetculturale.it), portale di accesso alle biblioteche pubbliche e private.
Tra questi tesori, l’Etimologico di Simeone Grammatico, redatto nel XIV secolo, la versione quattrocentesca delle Storie di Tucidide e un rarissimo Tetravangelo dell’anno Mille. "Ogni manoscritto può essere visualizzato, sfogliato, ingrandendo le pagine o particolari di pagina. La qualità dell'immagine è altissima, permettendo anche di cogliere il dettaglio fisico delle pergamene o delle carte sulle quali i testi sono stati scritti. L’esplosione delle miniature consente di percepire particolari che l'occhio umano non riuscirebbe a rilevare".
La digitalizzazione dei manoscritti si inscrive a pieno titolo nel percorso verso la Nuova Pilotta concepita "non quale fortino chiuso di sapere per pochi, ma come una piattaforma dove i saperi vengono condivisi, con gli utenti e visitatori locali ma anche con coloro che a Parma non possono venire ma che vogliono conoscere i tesori incredibili della nostra Città. Ovunque essi siano".
Per questo il Complesso si è dotato di un suo canale web e sta lavorando a numerose altre iniziative digitali e innovative, a partire dallo splendido tavolo multimediale dell’Ala Ovest.
(Lucia De Ioanna)
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