A Palazzo Ducale riaprono le mostre, da Michelangelo a Edipo. Io contagio a Una diversa bellezza, mentre Dar Corpo al corpo apre alla Wolfsoniana di Nervi. Dichiara Serena Bertolucci, direttrice di Palazzo Ducale, "Ripartiamo con grande forza e con la convinzione dell’importanza della cultura in questa fase complessa; ripartiamo con un appello ai nostri tradizionali visitatori, ma anche a chi ha riscoperto l'imprescindibilità della cultura: abbiamo bisogno della vostra presenza, del vostro contributo. Acquistare il biglietto di una mostra o di una visita agli ambienti storici del palazzo ha in questo momento un valore straordinario; è un aiuto fondamentale affinché l’offerta culturale del ducale possa continuare ad essere forte, libera, ed accessibile a tutti"
Dal 21 ottobre 2020, la mostra Michelangelo divino artista è stata aperta al pubblico solo per poche settimane, per poi chiudere a causa delle normative legate alla pandemia da Covid-19. Ora, grazie alla disponibilità dei vari prestatori, di Casa Buonarroti e dell’Associazione Culturale MetaMorfosi, viene riaperta al pubblico dal 1° febbraio fino al 2 maggio, dal lunedì al venerdì con visite scaglionate in ottemperanza alle direttive di sicurezza anti Covid-19.
Scultore, pittore, architetto e poeta, Michelangelo Buonarroti fu un artefice di opere incomparabili per tensione morale, energia della forma, complessità dei concetti espressi. Alla figura di Michelangelo, che può dirsi unica nella storia della civiltà occidentale, e alla sua unicità che ancora oggi appare intramontabile, Palazzo Ducale presenta la mostra Michelangelo divino artista, prodotta e organizzata da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura e dall’Associazione Culturale MetaMorfosi. Articolata secondo un percorso espositivo biografico e tematico, concentra un'attenzione speciale su un particolare aspetto dell’unicità del maestro toscano: gli incontri eccezionali che costellano la biografia del Buonarroti.
Nella sua vita prodigiosamente lunga e operosa, infatti, l'artista fin dalla prima adolescenza fu in contatto, grazie al suo talento e, in seguito, alla sua fama, con personaggi d'alto rango dell'età rinascimentale, in posizioni chiave nella politica, nella religione, nella cultura. Nessun altro artista ha mai potuto vantare, né può oggi vantare, d'aver frequentato sotto il loro stesso tetto due futuri pontefici da giovinetti (Leone X e Clemente VII, di stirpe medicea), o di aver servito ben sette papi, o di aver intrattenuto rapporti diretti con mecenati della grandezza di Lorenzo il Magnifico e dei reali di Francia, Francesco I di Valois e la nuora Caterina de' Medici. Ma il progetto di una mostra su Michelangelo deve sempre fare i conti con l’inamovibilità della grande maggioranza delle opere autografe dell’artista. Si tratta infatti di statue in marmo e di affreschi, divisi tra musei (prevalentemente a Firenze) e i palazzi Apostolici Vaticani. Risulta quindi tanto più eccezionale la presenza in mostra, in Palazzo Ducale a Genova, di due eccelse sculture in marmo di Michelangelo: la Madonna della Scala (1490 circa), capolavoro giovanile dell’artista conservato in Casa Buonarroti a Firenze; un’opera intensa e monumentale a dispetto delle dimensioni ridotte, punto di arrivo di una profonda rivisitazione di modelli antichi e moderni (Donatello) in chiave molto personale, e il monumentale Cristo redentore (1514-1516), conservato nella chiesa di San Vincenzo Martire a Bassano Romano (Viterbo), un’imponente statua (h. 250 cm) identificata solo venti anni fa con la prima versione del Cristo redentore in Santa Maria sopra Minerva a Roma, realizzato per Metello Vari e altri cittadini romani: la prima redazione – quella ora a Bassano Romano – era stata infatti abbandonata dal Buonarroti a causa di una venatura del marmo, tutt’ora ben visibile sulla guancia del Cristo.articolare; opere originali di diretti collaboratori, da lui stesso ispirate e guidate; ritratti dipinti e scolpiti, di Michelangelo e dei personaggi storici a lui collegati; medaglie; rime, lettere e, in generale, appropriate testimonianze documentarie e opere d'arte di autori vari.
Arte
La straordinaria vita di Michelangelo, la mostra al Ducale
In via eccezionale per la riapertura, lunedì 1° febbraio, la direttrice Serena Bertolucci farà 3 visite guidate alle ore 15, 16.30, 17.45 su prenotazione: www.prenotazioni@palazzoducale.genova.it, le visite saranno consentite scaglionate a non più di 20 persone ogni 15 minuti, in sicurezza secondo le norme prescritte anti Covid-19.
Nel Sottoporticato di palazzo Ducale invece da mercoledì 3 febbraio apre al pubblico la mostra performativa ideata da Davide Livermore. Un percorso straordinario, tra imponenti elementi scenografici, frammenti di tragedia, performer che recitano all’interno di teche trasparenti. Nato da un’idea del Direttore del Teatro Nazionale di Genova Davide Livermore, accolto con entusiasmo da Luca Bizzarri, Presidente della Fondazione per la Cultura Palazzo Ducale Genova, che ha offerto i propri spazi per la realizzazione, il progetto Edipo: io contagio riflette sulla pandemia partendo da una delle più famose tragedie greche, l’Edipo Re di Sofocle, in cui il protagonista si interroga sulla terribile pestilenza che ha colpito la città da lui governata, Tebe, e su come provare ad arrestare il contagio. La tragedia di Sofocle offre uno specchio implacabile al periodo storico che stiamo vivendo, ma la mostra performativa voluta da Davide Livermore – allestita a novembre nel Sottoporticato di Palazzo Ducale e poi “congelata”, fruibile durante questi mesi attraverso una serie di video – risponde soprattutto all’urgenza di riaffermare l’importanza della cultura teatrale in tempo di crisi e all’esigenza di proteggere e tutelare l’occupazione di artisti e maestranze. Sono 12 i performer già attivi nel progetto, selezionati grazie a una call lanciata all’indomani del DPCM che il 25 ottobre 2020 chiudeva per la seconda volta i teatri al pubblico come misura di contenimento della diffusione del Covid19; se ci saranno le condizioni per tenere aperta la mostra su tempi di largo respiro, si potranno coinvolgere altri 12 artisti per un totale di 24, come previsto in origine. Curata dallo stesso Davide Livermore insieme a Margherita Rubino e Andrea Porcheddu, la mostra si articola in sei stanze. Avvolti dalle musiche inquietanti di Andrea Chenna, i visitatori si imbattono in maestosi cavalli, tappeti di sangue, una jeep esplosa, bestie macellate, mentre i performer, ciascuno chiuso in un box trasparente, recitano brevi estratti dal primo atto dell’opera di Sofocle, evocando una comunità che si interroga sulle responsabilità dell’uomo nel disastro, in un crudele gioco del destino in cui si è ora vittime, ora colpevoli.
Gli spettacolari elementi scenografici in mostra sono stati messi a disposizione dal Teatro alla Scala e provengono da quattro diversi allestimenti: Elektra del 1994, regia di Luca Ronconi e scene di Gae Aulenti; Tamerlano con la regia di Davide Livermore e le scene dello stesso Livermore e di Giò Forma (2017); Giovanna d’Arco con la regia di Moshe Leiser e Patrice Caurier e le scene di Christian Fenouillat (2016); Giulio Cesare in Egitto con la regia di Robert Carsen e le scene di Gideon Davy (2019).
Nelle prossime settimane sarà possibile visitare gratuitamente la mostra performativa il lunedì dalle ore 16 alle 19 e dal martedì al venerdì dalle ore 12.30 alle 19 (ultimo ingresso previsto alle ore 18.30, prenotazioni aperte da martedì 2 febbraio sul sito del Teatro Nazionale di Genova). Il pubblico avrà accesso da Piazza Matteotti in piccoli gruppi, secondo un protocollo che garantisce la sicurezza dei visitatori, dello staff e degli artisti coinvolti.
In Sala Liguria invece c'è Terre di Sud, una mostra fotografica a cura di Renata Ferri, omaggio a Emiliano Mancuso, 70 fotografie, realizzate dal 2000 in poi, con un approccio spontaneo e contaminato dalla fotografia di strada, queste immagini mostrano i protagonisti di incontri casuali, volti ed espressioni che ci accompagnano in un Paese dolente, senza illusioni, in un perenne oscillare tra la conferma dello stereotipo e la cartolina malinconica.
Alla Wolfsoniana mercoledì 3 febbraio apre al pubblico anche la mostra Dar corpo al corpo, progettata e curata da Matteo Fochessati e Gianni Franzone proprio in relazione alla mostra michelangiolesca ospitata a Palazzo Ducale.
La scultura e la grafica di Michelangelo Buonarroti rappresentarono, come noto, una fondamentale fonte di ispirazione per molti artisti del Novecento italiano, tra i quali Adolfo De Carolis che fu il principale illustratore delle opere dannunziane. Con un suo cartone, dedicato al lavoro delle miniere e caratterizzato, nell’enfatica raffigurazione dei vigorosi corpi degli scavatori, da inflessioni michelangiolesche, diffuse all’epoca in Italia attraverso la lezione di Auguste Rodin, si apre infatti questa esposizione, collaterale alla mostra Michelangelo. Divino artista a Palazzo Ducale. Mercoledì, giovedì e venerdì 10.00-18.00, Info: biglietteriawolfsoniana@comune.genova.it; info@wolfsoniana.it; www.wolfsoniana.it
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