Blindata la giunta con i fedelissimi, la sindaca Virginia Raggi si scopre di colpo fragile in Consiglio comunale. La consigliera Simona Ficcardi, pasionaria anti-discarica, è pronta a uscire dal gruppo 5S.
Con lei c'è Agnese Catini, presidente della commissione Politiche sociali con un piede fuori dal Movimento. Un doppio colpo da ko: senza loro due gli eletti grillini scendono a 25. La maggioranza traballa. Basta un raffreddore e per tenerla in piedi spesso dovrà essere proprio la prima cittadina a dover abbandonare il suo ufficio con vista sui Fori Imperiali e presentarsi (o connettersi) in Assemblea capitolina per far pesare il suo voto.
La missione rasenta l'impossibile. Dei 25 fa parte Marcello De Vito. Il presidente dell'aula Giulio Cesare ieri ha aperto la seduta direttamente dall'aula del tribunale in cui è partito il processo a suo carico per corruzione. Ed è uno che non ha dimenticato il trattamento che il gotha grillino gli ha riservato dopo l'arresto. Del gruppo, poi, fanno parte i cinque consiglieri che hanno già voltato le spalle a Raggi. Stefàno, Sturni, Iorio, Agnello e Terranova: contrari alla ricandidatura dell'inquilina di palazzo Senatorio, si muovono ormai in piena libertà. L'atteggiamento fideistico di inizio consiliatura ("siamo compatti") non esiste più.
Un bel guaio per la sindaca, che da ora in poi sarà costretta a centellinare gli atti di giunta da inviare in Consiglio comunale. La figuraccia è dietro l'angolo, il piano è ormai più che inclinato. Senza Ficcardi e Catini si rischia a ogni votazione.
La prima lo ha annunciato senza giri di parole: dopo l'ultimo rimpasto di giunta è uscita dalle chat 5S, adesso è pronta a uscire dal gruppo e ad autosospendersi dal M5S, proprio come ha fatto il marito Marco Cacciatore, ex consigliere regionale pentastellato passato tra le fila dei Verdi.
"Come qualcuno ha detto – ha spiegato Ficcardi nel consiglio sul bilancio – questo ormai è un comitato elettorale della sindaca. Una cosa triste. Il programma con cui mi sono candidata non esiste più, questo bilancio lo tradisce".
Durissima anche Agnese Catini, presidente della commissione Politiche sociali: "Una volta avevamo una maggioranza bulgara. Ora è una Ferrari che non va oltre alla seconda. Sul sociale ci sono 190 milioni in meno rispetto allo scorso anno. È un bilancio senza cuore e senza anima".
Dopo la lettura del messaggio inviato in chat alla sindaca ("noi, il Movimento, dovevamo essere diversi") dopo il penultimo rimpasto, il giudizio sul nuovo cambio in giunta: "Ci lascia perplessi". Un eufemismo. Catini è pronta a seguire Ficcardi nel gruppo misto. E magari a sostenere la candidatura a sindaca dell'amica Monica Lozza, presidente del VII Municipio in perenne polemica con Raggi passata da 5S a Italexit.
A replicare alle due è il capogruppo 5S, Giuliano Pacetti: "Se non vogliono condividere più questo percorso, buona vita. Ma i tagli al sociale non ci sono. Basta guardarsi un tg. Arriveranno i fondi dello Stato e con quelli uno scostamento. E per i municipi ci sono 184 milioni".
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