Poche ore dopo il ritorno di Matteo Renzi dall'Arabia Saudita dov'era stato per tenere una conferenza a pagamento, e nella quale aveva definito il Paese "culla" di un possibile "nuovo Rinascimento", il governo italiano e nella fattispecie il ministero degli Esteri decideva di bloccare la fornitura di armamenti italiani proprio all'Arabia Saudita. Questo perché le armi acquistate venivano utilizzate nel sanguinoso conflitto nello Yemen. Si tratta di un atto di "portata storica", secondo i pacifisti di Rete Italiana Pace e Disarmo. Ma che ha giocoforza delle nuove ripercussioni politiche in una fase così delicata della politica italiana e dei rapporti tra Renzi e i partiti della sua ex maggioranza di centrosinistra.
Renzi: "L’Arabia è il Rinascimento". L’ex premier sotto attacco per il colloquio retribuito con il principe bin Salman
di
Giuliano Foschini
L'atto amministrativo del ministero guidato da Luigi Di Maio, appunto la revoca delle autorizzazioni in corso per l'esportazione di missili e bombe d'aereo verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, è stato firmato ieri. E nasce da un lavoro parlamentare coordinato nei mesi scorsi da Pd e 5 Stelle, che portò ad una risoluzione presentata lo scorso dicembre con prima firma delle deputate Yana Chiara Ehm (M5S) e Lia Quartapelle (Pd). "Siamo molto soddisfatti – spiega Quartapelle – la rete contro gli armamenti e le associazioni cattoliche da tempo facevano luce sulla violazione dei diritti umani nello Yemen. Ed è bello perché la presa di posizione del governo avviene in concomitanza con la stessa decisione della nuova amministrazione americana di Joe Biden. Questa comune visione ci aiuta a migliorare una nuova interlocuzione con gli Usa per gestire in maniera più equilibrata e di pace i rapporti nel Mediterraneo".
Soddisfazione anche da parte dei 5 Stelle: "Si tratta di una notizia bellissima, è un passo importante verso la pace in un paese martoriato dalla guerra e con 24 milioni di persone sotto la soglia di povertà. Non entro nel merito della casualità del viaggio di Renzi e di questa decisione, però c'era già in atto un provvedimento di sospensione che stava scadendo, la revoca è ulteriore passo in avanti e vuole essere un segnale anche verso altri Paesi", sottolinea Ehm. Tra le licenze cancellate, ce n'è una che era stata concessa nel 2016 proprio dal governo Renzi.
Secondo le elaborazioni di Rete Pace e Disarmo e Opal, questa revoca va a cancellare la fornitura di oltre 12.700 ordigni. Nel 2015 una coalizione militare guidata da Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti è intervenuta nella guerra civile yemenita per fermare la ribellione degli Houthi contro il governo di Sana'a. Un rapporto del Gruppo di esperti delle Nazioni Unite consegnato al Consiglio di Sicurezza nel gennaio del 2017 ha dichiarato che i bombardamenti della coalizione a guida saudita "possono costituire crimini di guerra". Tra gli ordigni ritrovati dai ricercatori dell'Onu figurano anche le bombe prodotte dalla Rwm Italia.
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