Nella lista degli “imbucati” del vaccino dell'Asp di Ragusa c'è anche una giornalista. Ha 40 anni, vive a Comiso, è moglie di un medico. E' Valentina Maci, addetto stampa di Marialucia Lorefice, parlamentare nazionale del movimento Cinquestelle, lo stesso che all'Ars – appena qualche giorno fa – ha presentato una interrogazione per chiedere all'assessore Razza un “ferreo monitoraggio per evitare scelte discrezionali o, peggio, somministrazioni ai furbetti”.
Il nome della giornalista ragusana è emerso ieri in un servizio andato in onda su Piazzapulita a La 7, assieme a quello di figli, mariti, mogli e parenti di dipendenti dell'Asp e dei centri vaccinali che avrebbero ottenuto una dose pur non essendo nella lista dei beneficiari nella prima fase. Dopo la puntata, Valentina Maci si è rivolta a un avvocato e si è difesa intervenendo a Video Regione: “Io mi sono vaccinata perché, informandomi, ho saputo che le persone con più patologie in quei giorni stavano ottenendo il vaccino. Quindi anch'io ho deciso di chiedere se, con le mie patologie croniche, potevo farlo. Mi hanno dato un appuntamento e sono andata all'ora e nel giorno previsto nel centro vaccinale di Comiso. Il medico di turno ha fatto una sorta di anamnesi e ho firmato i documenti per la vaccinazione senza scrivere alcuna falsità”. La giornalista rifiuta di essere definita furbetta ed esclude il coinvolgimento del marito medico: “Chiaramente ho fatto le mie domande ma mi è stato detto che era possibile e mi sono fidata. Se mi avessero detto di no, certo non sarei andata lì a costringerli. Quindi non ritengo di aver tolto una dose a nessuno”.
Il suo nome nella lista ha però fatto scattare dalla sedia il manager Angelo Aliquò, che nel servizio commenta: “Il bello è che mi fanno pure le interrogazioni”. Il 25 gennaio, il gruppo parlamentare del Movimento Cinquestelle aveva infatti chiesto spiegazioni a Razza: “E' ovvio – scrivevano i membri della commissione Salute di palazzo dei Normanni – che in assenza di direttive chiare e univoche casi come quello del Ragusano e di Petralia, solo per citare i più eclatanti, sono destinati a ripetersi e a moltiplicarsi, finendo con l’aprire pericolosissime maglie agli immancabili furbetti, cosa che va evitata a tutti i costi”.
Tra le “pericolosissime maglie” si è trovata anche una collaboratrice che da anni lavora con la deputata del loro movimento. Marialucia Lorefice, parlamentare nazionale M5s e presidente della commissione Affari sociali che tra le altre cose si occupa proprio di sanità, prende le distanze: “Per evitare strumentalizzazioni – dice – ho momentaneamente interrotto il rapporto di lavoro con Valentina Maci. Tengo a precisare che non è né una militante M5s né mia portavoce. Inoltre né io né i miei familiari abbiamo fatto il vaccino. Ovviamente le responsabilità, se ci sono, sono individuali. Mi auguro che Valentina possa fare chiarezza su quanto accaduto, come peraltro ha già fatto”. Sul caso dei furbetti a Ragusa, la linea resta la stessa: “C'è un piano strategico nazionale che definisce le priorità tra le categorie e va rispettato. Se ci sono stati atteggiamenti eticamente scorretti da parte di qualcuno, è giusto che vadano verificati dagli organi competenti”
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