Deve sentirsi un po' stanca, la signora Bradley, in fila da un'ora davanti allo sportello della Social Security, così dice alla madre di tenerle il posto, le lascia i due figli e si allontana di qualche passo, verso la finestra. Daina guarda giù e vede un giovanotto che ha appena parcheggiato un furgoncino giallo nello spiazzo che sta sotto il palazzo. Un tipo anonimo, dal fisico asciutto, con un berrettino bianco e un giubbottino blu, che chiude a chiave la portiera e si allontana.
Daina non lo vede, ma sotto il giubbotto il ragazzo indossa una maglietta con disegnato un albero che sgocciola sangue e la scritta "l'albero della libertà deve essere rinverdito di tanto in tanto col sangue dei patrioti e dei tiranni". Nella tasca del giubbotto ha la patente con cui ha noleggiato il furgone, ma sopra c'è un altro nome, perché lui si chiama Timothy, Timothy McVeigh, mica Robert Kling, la patente è falsa. Infilata nella cintura, poi, ha una pistola. Ma soprattutto ha un paio di tappi nelle orecchie.
Alle 9.02 del 19 aprile 1995, quando Timothy si è allontanato di un paio di isolati, 2.300 chili di nitrometano mescolati con fertilizzante e combustibile in una micidiale bomba liquida esplodono sotto l'Alfred Murray Federal Building, il palazzo di sette piani che ospita gli uffici federali di Oklahoma City. La botta, che viene registrata dai sismografi come un terremoto, danneggia le strutture dei palazzi di almeno 16 isolati, fa esplodere le finestre di 300 appartamenti e schianta più di 80 auto. Soprattutto stacca la facciata del palazzo e la fa crollare in strada insieme a un terzo dell'edificio, ammazzando 168 persone e ferendone più di 500.
Daina resta incastrata da un pilone di cemento che le cade di traverso alle gambe, e siccome non possono toglierlo, se no crolla tutto, il dottor Tuggle, dell'ospedale più vicino, è costretto ad amputarle la gamba lì sul posto. Poi deve tornare in clinica, perché è un chirurgo pediatrico e deve occuparsi dei bambini. Il primo è arrivato già alle 9.30, con la testa rotta. Ne moriranno 16 sotto i sei anni, tra cui i figli della signora Bradley. Bisogna ricordarlo, perché al di là del taglio cinematografico e dei dettagli da scrittore è così che fanno le stragi.
Timothy McVeigh viene arrestato poco dopo, processato, condannato, e ucciso con una iniezione letale. Reduce rancoroso, suprematista bianco, vicino alle milizie che considerano il governo federale espressione di una tirannia di politicanti corrotti. Lettore ossessivo di un romanzo preso come una bibbia da tanti altri come lui, I diari di Turner, dove una milizia di patrioti, appunto, prende il potere negli Stati Uniti e conduce una guerra razziale a livello mondiale che finisce con lo sterminio di tutti i non bianchi, tutti, nessuno escluso, più politici liberal e attori di Hollywood. Nutrito di teorie complottiste e di tutto l'odio sparso da radio e riviste patriottiche.
Perché i social, allora, ancora non c'erano.
Sul Venerdì del 29 gennaio 2021
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