È come se il Bosco Verticale e la High Line di New York si fossero incontrati e fusi lì, al confine di Porta Nuova. Perché, in fondo, è questo che hanno fatto Stefano Boeri ed Elisabeth Diller lavorando insieme per "riportare a nuova vita" il Pirellino: hanno preso i progetti che nel mondo hanno rappresentano la loro cifra architettonica, li hanno trasportati nello spazio e nel tempo e li hanno "aggiornati" per rispondere alle sfide che il Covid e la crisi climatica hanno lanciato alle città del futuro.
È così che il grattacielo simbolo della Milano degli ultimi anni è diventato "Botanica": una torre residenziale alta 110 metri con le radici affondate nella Biblioteca degli alberi e l'ambizione di "piantare" nel cielo 13 mila tra essenze, arbusti e alberi (420) divisi per specie e colori in modo che, piano dopo piano e stagione dopo stagione, l'edificio possa passare dal rosso dei frutti dei cornioli e dei viburni a gennaio al giallo acido delle conifere gialle a dicembre. E a unire il vecchio palazzo degli uffici del Comune riqualificato e questa sorta di orto botanico verticale, ecco la passerella che oggi sorvola via Melchiorre Goia e che diventerà un "ponte-serra" pensato per riprendere, appunto, in chiave 2.0 l'idea dei binari della ferrovia di Chelsea coperti però con un un'onda di vetro a proteggere una foresta, un anfiteatro, spazi per mostre e manifestazioni.
È il disegno per la rigenerazione di via Pirelli 39 – e dintorni – che Coima, la società guidata da Manfredi Catella, dopo un concorso tra 70 raggruppamenti provenienti da 15 Paesi, ha assegnato allo studio di Stefano Boeri e a quello statunitense di Diller Scofidio+Renfro. Orizzonte: la Milano olimpica del 2026. Investimento complessivo: circa 300 milioni, compresi i 193 messi sul piatto nel 2019 da Catella per aggiudicarsi l'immobile dal Comune all'asta dei record. È un piano che nasce lì, all'incrocio tra la direttrice che parte da stazione Centrale e quella che parte verso lo scalo Farini e che dovrà risolvere anche quella che oggi è considerata una cesura urbana all'interno di Porta Nuova: via Melchiorre Gioia, che in quel punto vedrà le corsie per le auto ridursi da sei a quattro, con piste ciclabili che spunteranno ai due lati della strada al fianco di filari di alberi che accompagneranno anche la risistemazione delle vie attorno. Ma la sfida che disegna Catella è ancora più ampia: "Questo progetto dovrà rappresentare un paradigma per la rigenerazione urbana nel post Covid e un simbolo per la ripartenza della stessa Milano dopo un periodo così difficile". Perché Milano, concorda Boeri, "può rinascere più forte di prima raccontandosi al mondo come una città che ha il coraggio di rilanciare e sperimentare".
Tutto parte dal Pirellino "un edificio nobile" della Milano degli anni Sessanta, che non verrà abbattuto ma che nei suoi 90 metri e 26 piani subirà una trasformazione radicale: il tetto sarà ribaltato e la pianta sarà allargata con una sorta di nuovo volume aggiuntivo che si incastrerà lungo una facciata all'altezza del settimo piano. Grazie anche al bonus volumetrico concesso dalla legge regionale contestata dal Comune, però, le innovazioni sono altre due. A cominciare dal ponte-serra: l'attuale edificio continuerà a viaggiare sopra via Melchiorre Gioia, ma sarà svuotato. Resterà la base, rivestita di vetro, con un tetto accessibile a tutti. Diventerà quella che Diller chiama la "serra del futuro": un "laboratorio della biodiversità" con vegetazione da vivere anche con la realtà aumentata, telecamere-droni e microscopi elettronici. Un "hub aperto alla città" con mostre, un anfiteatro, un caffè, spazi per sfilate, un mercato e negozi ai piani bassi, che si fonde con la torre "Botanica".
I primi tre piani dei 25 del grattacielo di case – un centinaio – che spunterà oltre via Gioia e avrà una struttura in acciaio e legno ("Una innovazione assoluta") infatti saranno pubblici. Il concetto di fondo è lo stesso del Bosco Verticale. Ma, spiega Boeri, "non lo abbiamo riproposto in modo pedissequo, ma prendendo la tradizione del giardino all'italiana e lavorando sull'idea di orto botanico, abbiamo ragionato in maniera nuovo sul rapporto tra architettura e natura". I balconi, che seguiranno l'intero perimetro, saranno rivestiti di pannelli fotovoltaici, in modo che il palazzo sia alimentato al 65 per cento con energia rinnovabile. Le stesse case saranno pensate in chiave post Covid con spazi per la telemedicina e piste di atterraggio per le consegne fatte con i droni. E alberi e fiori che, piano dopo piano, muteranno con le stagioni.
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