Che belli, questi addii a mezzo social. Sempre più spesso, la modalità prediletta dai calciatori che lasciano una squadra, un club, una città e a volte anche una nazione. Non semplici riprese amatoriali, ma filmati studiati nei minimi particolari e con l'aiuto fondamentale di professionisti del settore: per congedarsi e per lasciare un bel ricordo nei tifosi-follower. Gli ultimi esempi in ordine di tempo sono quelli postati su Instagram dal Papu Gomez e da Arkadiusz Milik, e a confrontarli fanno quasi impressione. Si parte con un suggestivo scorcio della città – la visuale dalle mura venete di Bergamo alta di qua, il mare di Napoli di là – e le note di una musica malinconica. Poi entrano in scena i protagonisti, i calciatori: certo, Gomez è imbacuccato con cappotto, sciarpa e guanti mentre Milik è perfettamente a suo agio in maglietta e pantaloncini, ma paesaggio e clima sembrano essere le uniche differenze.
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Chi va via parla con un tono pacato ed emozionato, e ci tiene a ringraziare tutti, ma proprio tutti: il Papu ha parole dolci persino per Gasperini ("Lo ringrazio per quello che ho imparato in campo in questi anni") con cui nemmeno due mesi fa rischiò di fare a botte. E mentre il calciatore parla, scorrono le immagini dei gol più belli o più pesanti, dei trofei e dei figli – se sono arrivati. Ce ne sarebbe già a sufficienza per fare spuntare i lucciconi alla platea social, ma non è finita qui: l'acme si raggiunge quando risuona la voce dello speaker che, insieme al pubblico allo stadio, inneggia al beniamino che ha appena fatto gol. A questo punto, a maggior ragione in tempi in cui gli impianti sono desolatamente vuoti, la lacrima scende inesorabile anche ai duri di cuore.
"Nei quasi sette anni a Bergamo mi sono sentito come a casa mia", Gomez dixit. Ma se pensate che Napoli sia da meno, sentite Milik: "Napoli fa questo effetto: ti accoglie, ti abbraccia, ti fa sentire a casa". E si sa, partire è un po' morire. Per questo il Papu ci tiene a sottolineare, con la voce rotta, che ha lasciato il cuore in ogni partita giocata e rifarebbe mille volte questa esperienza. Per questo Arek spiega che si porta via un pezzo di Napoli in valigia. Ma è davvero giunto il momento di andare: "Sempre forza Atalanta", conclude in modo ordinario l'argentino. "State buon' guagliò", il più originale commiato del polacco. Poi, dopo un concentrato di emozioni in due minuti scarsi (anche la durata dei due video è sorprendentemente simile), il buio.
Lasciare così è più bello, e forse anche più facile: si toccano le corde giuste e si cerca di fare passare in secondo piano le cose meno piacevoli. Perché ogni storia d'amore ha i suoi momenti no, e quando arriva la rottura è impossibile non avere qualcosa da rimproverare all'amato: davvero Gomez non poteva fare a meno di ribellarsi al proprio allenatore che stava iniziando a immaginare un'Atalanta che potesse fare a meno del suo quasi 33enne capitano e simbolo? E Milik non poteva trovare il modo di rappacificarsi con De Laurentiis quando Gattuso, alle prese con gli infortuni di Osimhen e Mertens, ne avrebbe avuto maledettamente bisogno? I cuoricini piovuti in quantità – più di 200 mila per il video del Papu, poco più della metà per il centravanti – dicono che ai tifosi in fondo non importa, il passato è passato e ciò che più conta è lasciarsi bene.
Questa dei video di addio – o arrivederci, chi può dirlo, le vie del mercato sono infinite – è una mania che ha ormai preso piede, e sono davvero in pochi a voler rinunciare a un ruolo da attore protagonista. Uno degli affari più importanti della scorsa estate, lo scambio Pjanic-Arthur, ha portato in dono due clip da batticuore: ma se non stupisce il sentito saluto del bosniaco, che alla Juventus ha vinto quattro scudetti in quattro anni, le malelingue hanno visto con sospetto il miele riversato dal brasiliano, che al Barcellona è rimasto appena due stagioni.
Ci sono poi quelli esagerati, che si fanno prendere la mano: Ruben Dias, che a settembre ha lasciato il Benfica in cui era cresciuto per il Manchester City, ha postato un video molto toccante del suo saluto allo spogliatoio. Durata totale: 5 minuti e 57 secondi. Decisamente troppo in un'era del web in cui il social che cresce a ritmo più rapido è Tik Tok, dove si possono caricare video di un minuto al massimo e le star della piattaforma preferita dagli adolescenti danno il meglio di sé in appena 15 secondi. E che dire di Achraf Hakimi? Dopo aver firmato con l'Inter lo scorso 2 luglio, l'esterno marocchino ha postato sul proprio profilo Instagram un video delle sue migliori giocate (ma senza tappeto musicale strappalacrime, anzi a ritmo di trap) e due lettere di addio, una per i tifosi del Borussia Dortmund, squadra in cui ha giocato nelle ultime due stagioni, e una per quella del Real Madrid, il club che deteneva il suo cartellino.
Doppio groppo in gola per i tifosi del Valencia ad agosto 2020: le partenze con destinazione Inghilterra di Ferran Torres (Manchester City) e Rodrigo (Leeds) sono state ovviamente accompagnate da palpitanti videomessaggi con tanto di "Amunt Valencia!" finale. Perché la lingua è identità ovunque, ma soprattutto nelle comunità autonome spagnole. Particolarmente curiosa la clip del centravanti, che seduto sul divano di casa rivede in tv i suoi momenti migliori con il club del pipistrello.
Attenzione, però, al rischio assuefazione. A fare colpo e notizia potrebbe non essere più l'ennesimo filmato curato nei minimi particolari, ma l'esatto contrario. E' già successo con Federico Chiesa, che a ottobre ha lasciato la Fiorentina per la Juventus: l'esterno azzurro non ha detto o scritto una parola per il popolo viola in subbuglio, con alcuni elementi che si erano spinti a insultare pesantemente il fratellino Lorenzo. Eppure, chi può dubitare del legame di Federico con la maglia viola, con cui è cresciuto ed è diventato un giocatore della Nazionale? Dare del core 'ngrato a Chiesa sarebbe un errore: perché un addio senza impronta social può essere più eloquente di mille video molto, troppo, simili.Original Article
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