La settima serata di MasterChef rappresenta un vero e proprio giro di boa per la competizione, giunta alla metà del percorso che incoronerà il vincitore. Erano stati scelti in 26 per entrare a far parte della masterclass di SkyUno e ora che i concorrenti sono rimasti in tredici, le prove a cui li sottopongono Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli si fanno sempre più difficili. Anche quando gli ingredienti a disposizione non sembrerebbero di primo acchito così insidiosi.
Ecco allora che la Mystery Box, che nasconde un semplice pezzo di pancetta, si rivela piuttosto complicata. Infatti, alcuni dovranno preparare con la pancia di maiale un piatto salato, altri uno dolce. Criterio di scelta: una sorta di domino.
I giudici decidono di partire da Maxwell Alexander, il giornalista scrittore 63enne del Michigan che sta conquistando il pubblico televisivo e che zitto zitto rivela sempre di più un grande talento e cultura gastronomica. Lui deve indicare un collega e stabilire se il suo piatto con protagonista la pancetta sarà dolce o salato. Quasi a farsi perdonare per i dissapori delle puntate precedenti, sceglie Ilda e le assegna un più rassicurante piatto salato.
Via via tra strategie e dimostrazioni di amicizia, tutti i piatti vengono assegnati. Il compito più difficile è ovviamente per quelli che devono creare un dolce, che però possono anche dare più sfogo alla fantasia. Quando la prova comincia è evidente che si stanno delineando dinamiche di gruppi nella classe: da una parte Antonio, Igor, Federica, Irene, Azzurra che si sentono i più forti, dall’altra Cristiano, Monir, Valeria, Ilda, Aquila, considerati meno temibili. Ma chi è temibile, avverte Barbieri, lo decidiamo noi giudici.
Tra i tre piatti migliori che i giudici decidono di assaggiare c’è quello salato dell’ex saldatore bolognese Cristiano, che presenta una sorta di lasagna a strati di sfoglia, pancetta a fette sottili e maionesi (di patate, di carote e di zucchine) sormontate da crudo di gamberi, il tutto servito; poi quello dolce del dottorando in chimica Antonio, che prepara “pancetta ribelle” dei cubi cotti in forno, laccati al miele accompagnati da lingue di gatto, nel cui impasto ha usato il grasso della pancia al posto del burro; infine Max con il suo originale tortino al cioccolato e salsa al caramello con pezzettini di pancetta. Va ad Antonio il premio che spetta al migliore: un faccia a faccia con lo chef ospite per conoscere meglio i piatti, che saranno oggetto della prossima sfida.
Guest star è Karime Lopez, chef che ha conquistato una stella Michelin alla guida della cucina di Gucci Osteria by Massimo Bottura a Firenze. Lopez, prima donna chef messicana del mondo ad aver ottenuto il riconoscimento della guida francese, porta nei suoi piatti una fusion istintuale, perché frutto delle diverse esperienze accumulate nelle più prestigiose cucine: dal Messico alla Francia, dalla Spagna al Giappone, dal Perù all’Italia. In ordine di complessità ecco i suoi tre piatti: una Tostada di mais viola, palamita marinata, crema di avocado, maionese di chipotle, polvere di ibisco e polvere di coriandolo; poi Razza con crema di carota arrostita, insalata di taccole, fumetto all’aglio e prezzemolo; infine Quaglia ripiena con cervello e lonza di vitello e le coscette ‘bon bon’ con salsa demi-glass fatta con le ossa della quaglia e mosto di uva fragola, servita con insalatina di erbe spontanee.
Antonio ha anche la possibilità di assegnare i compiti ai concorrenti e riserva per sé il piatto più difficile: “il confronto non è solo con gli altri ma anche con me stesso” dice, ottenendo i complimenti di Barbieri. I piatti non sono per niente facili, nemmeno il ‘più facile’, ma davvero stupisce vedere che tra i “13 migliori cuochi amatoriali d’Italia” (come sottolinea Cannavacciuolo) molti non abbiano mai visto in cucina una razza. Karime Lopez gira tra le postazioni e elargisce qualche consiglio, anche se si irrigidisce quando Monir, le fa un complimento sul fatto che sia carina. Bene fa Barbieri a redarguirlo: non ti permettere, non ti devi permettere. Difficile credere che si sarebbe concesso la stessa confidenza, sia pure in modo non volgare, con uno chef.
Tra mille difficoltà si arriva alla fine dei 45 minuti per replicare i piatti firmati Lopez. Il migliore è ancora Antonio, che per la prima volta nella stagione infila la doppietta: Mystery Box – Invention Test.
SPOILER ALERT
Dolenti note per due persone: Igor, che ha litigato con la maionese al chipotle, senza riuscire a montarla, e Ilda che era andata totalmente in confusione si ritrovano davanti ai giudici come peggiori. Ilda deve lasciare la cucina di SkyUno, ma esce col sorriso ringraziando Barbieri, Cannavacciuolo e Locatelli e i suoi compagni di viaggio, che per lei è finito.
Antonio intanto si gode un grande vantaggio: sale direttamente in balconata evitando lo Skill Test. Dove torna il temuto quanto amato protagonista della pasticceria italiana: Iginio Massari. Scorrerà il sangue, o meglio il cioccolato assicurano i giudici. Col cioccolato gli aspiranti Masterchef devono creare un involucro, tema di tutta la puntata. A partire da semplice cioccolato, i concorrenti lo devono sciogliere a bagnomaria, temperare, devono dreare una sfera, che dovrà contenere al suo interno un tiramisù. Tiramisù da creare in ogni sua componente, inclusi i savoiardi. Tutte le prove, tranne una, risulteranno deludenti.
Ad emergere è Max, cui il Maestro fa i complimenti: “Il dolce più buono mai assaggiato in tutte le edizioni di Masterchef”. E se Max raggiunge Antonio in balconata, gli altri restano in postazione a lottare a tema involucri. Il primo è una tecnica di cottura proposta da Locatelli: la cottura del pollo in vescica, secondo una ricetta della cucina classica francese, il Poularde de Bresse en vessie; il secondo involucro è il collo di gallina, da farcire a piacimento.
A poco a poco salgono in balconata quelli che raggiungono la sufficienza e restano al palo Cristiano e il cantante lirico, Igor. Proprio lui dovrà togliersi per sempre il grembiule bianco col suo nome, ma se ne va a testa alta, dedicando un’aria ai colleghi.
La lezione è chiara, ma la ribadisce Cannavacciuolo nel congedare la classe: “Quello che conta a questo punto sono tecnica e conoscenza. Quindi andate a studiare”.
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