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Coronavirus, Bruxelles potrebbe requisire i vaccini prodotti negli impianti delle Big Pharma sul territorio dell’Unione

BRUXELLES – L'Europa prende in considerazione di requisire i vaccini prodotti negli impianti delle Big Pharma sul territorio dell'Unione. È il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, a lanciare l'idea in una lettera – della quale Repubblica ha preso visione – a quattro capi di Stato e di governo che la scorsa settimana gli avevano chiesto per iscritto di lavorare a una soluzione al ritardo con cui i produttori stanno consegnando il rimedio ai governi della Ue. La missiva di Michel è stata trasmessa anche a Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue, ovvero l'Eurogoverno che in caso di consenso dei leader dovrebbe materialmente scrivere la proposta legale che aprirebbe al sequestro dei vaccini e alla loro redistribuzione alla popolazione europea.

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Riferendosi agli scontri tra Europa e le case farmaceutiche sui tagli delle consegne, Michel scrive a Sebastian Kurz (Austria), Mette Frederiksen (Finlandia), Andrej Plenkovic (Croazia) e Kyriakos Mitsotakis (Grecia) affermando che "se non dovessimo trovare una soluzione soddisfacente" attraverso il dialogo, "credo che dovremmo esplorare tutte le opzioni e fare uso di tutti i mezzi legali e misure coercitive a disposizione nei trattati". Per poi arrivare al passaggio chiave della missiva: "Se fosse ritenuto politicamente opportuno, questi mezzi potrebbero includere il ricorso all'articolo 122 del trattato.

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L'articolo 122 prevede la requisizione dei prodotti necessari a superare una circostanza eccezionale. Proprio questa, spiegano fonti europee qualificate, è l'idea dell'ex premier belga. Aggiunge Michel: "In questo modo la Ue e gli stati membri avrebbero i mezzi legali, adottando urgenti misure appropriate, per assicurare l'efficacia della produzione dei vaccini e la loro distribuzione alla nostra popolazione".

Al momento è solo una proposta, ma arriva da Michel, che come presidente del Consiglio europeo rappresenta i capi di Stato e di governo dei Ventisette e ha un forte peso politico in Europa. Nelle prossime ora si capirà se la Ue percorrerà la strada proposta dell'ex premier belga, di solito estremamente cauto, oppure se la sfrutterà solo per mettere pressione alle case farmaceutiche, sospettate di vendere all'estero, nel Regno Unito, in America e in altri continenti, le dosi prenotate dalla Commissione europea a nome dei governi dell'Unione. Tanto che Bruxelles nelle prossime ore attiverà un registro delle esportazioni del vaccino per monitorare le vendite all'estero delle aziende, con la possibilità di bloccare l'uscita delle dosi se dovesse notare qualcosa di anomalo.

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Proprio in queste ore è in corso un violento scontro tra Bruxelles ed AstraZeneca, il cui vaccino verrà approvato domani dall'Ema per la distribuzione in Europa di 300 milioni di dosi. L'azienda ha tuttavia comunicato che taglierà di un quarto le fiale prenotate per il primo trimestre del 2021 (oltre 100 milioni), mettendo a rischio la campagna di immunizzazione dell'Unione. Bruxelles ritiene che la decisione della casa anglo-svedese non sia giustificata e proprio in queste ore è in corso un duro braccio di ferro sulle clausole del contratto, tuttavia al momento ancora secretato. L'esproprio delle dosi rappresenterebbe una escalation finora impensabile.

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