I servizi igienici insufficienti e i costi iniziali raddoppiati, le stanze per i medici non previste e gli ulteriori lavori da fare, con l'incognita sul futuro di una struttura nata sull'onda dell'emergenza sanitaria che incombe come un macigno. Nubi si addensano sull'ospedale da 160 posti costruito a tempo di record nella Fiera del Levante, con gli oppositori politici del governatore Michele Emiliano che passano in rassegna i punti poco chiari della vicenda. In altre regioni qualche denuncia è finita in Procura della Repubblica o alla Corte dei conti: è accaduto in Lombardia, dove la guardia di finanza sta indagando sulla costruzione dell'ospedale alla Fiera di Milano. A Bari per il momento si lavora per completare il presidio e consentirne l'utilizzo dal mese di febbraio.
di
Chiara Spagnolo
Fino a quando resterà operativo non è dato saperlo, considerato che la sua esistenza è direttamente connessa all'emergenza sanitaria (e alle deroghe alle norme, che ne hanno consentito la realizzazione senza alcuna autorizzazione), mentre l'annunciata volontà della Regione sarebbe quella di trasformarla in una struttura definitiva. Farlo, però, non sarà cosa semplice: anche per questo sono in molti a ipotizzare che i quasi 20 milioni spesi potrebbero andare in parte sprecati.
Sono una delle ultime scoperte fatte dal Policlinico di Bari dopo la presa in consegna dell'opera realizzata dalla Cobar- Itam Oxygen. " In realtà – ha spiegato il commissario del Policlinico, Vitangelo Dattoli – inizialmente erano previsti soltanto posti di terapia intensiva, che hanno bisogno di uno standard ridotto di servizi igienici, mentre in seguito è stata disposta l'allocazione di altri reparti, come Malattie infettive, dove i pazienti sono autosufficienti e dunque c'è bisogno di un numero più elevato di bagni". I lavori per l'adeguamento dei servizi sono in corso, così come quelli per la realizzazione di stanze per i medici, "abbastanza facili – ha proseguito Dattoli – perché possono essere effettuati spostando semplicemente alcuni pannelli delle control room " . Sulla rapidità dell'esecuzione il manager è ottimista ( gli interventi sono conclusi e il primo febbraio cominceranno le procedure di trasferimento), così come sui costi: " Si tratta di poche decine di migliaia di euro " , che però porteranno ancora più in alto la cifra già raddoppiata rispetto alle previsioni che erano state fatte all'inizio.
Erano già lievitati di 9 milioni, passando dagli 8,5 del progetto iniziale ai 17 dell'opera ultimata e salutata con la cerimonia del 16 gennaio. Il motivo è legato a cinque ordini di servizio firmati dal dirigente della Protezione civile regionale, Mario Lerario, che ne ha poi illustrato i contenuti durante la cerimonia: "A far aumentare i costi c'è stato per esempio, l'acquisto dei letti sospesi con un sistema tale da garantirne la multifuzionalità; la realizzazione del reparto operatorio con due sale; l'inserimento di una tac; l'installazione di un sistema che consenta il contatto dei familiari con i pazienti; i lavori di adeguamento e messa in sicurezza di altri padiglioni fieristici". Voci che mancavano nell'iniziale idea dell'ospedale in Fiera ipotizzata dalla Regione. E alle quali si aggiungono quelle necessarie per ottemperare alle prescrizioni del Policlinico, che non metterà piede nella struttura prima di tutti gli adeguamenti.
Il 31 gennaio sarà approvato il Documento di valutazione dei rischi, da parte del responsabile della sicurezza, e il 2 febbraio i vertici del Policlinico incontreranno i sindacati per illustrare il piano del personale e cercare di ottenerne la condivisione. Sul punto il manager Dattoli è consapevole delle difficoltà, ma non vuole accollarsi responsabilità altrui: " Non so se all'inizio di tale cammino le sigle sindacali non sono state coinvolte, ma adesso è l'ora del confronto, abbiamo messo a punto un piano e lo illustreremo. Entro febbraio l'ospedale sarà operativo ". Sulla gestione della struttura in Fiera e dell'intero Policlinico, Dattoli fa programmi a lungo termine ragionando come futuro direttore più che come commissario, anche se sulla sua nomina pesa l'incognita delle scelte di Giovanni Migliore, il direttore generale sospeso dalla magistratura, la cui interdizione terminerà il 10 marzo e che presumibilmente vorrà rientrare al proprio posto.
Hanno esternato perplessità a più riprese sullo spostamento di parte del personale dal Policlinico in Fiera. " Non condividiamo l'idea che un ospedale emergenziale sia così lontano dal presidio – ha spiegato Antonio Amendola, presidente Aaroi- Emac ( il sindacato dei medici anestesisti) – Ci chiediamo quante volte dovranno essere trasportati al Policlinico i pazienti che avranno bisogno di esami strumentali o visite specialistiche " . Stesse perplessità della Cgil, che con Antonio Mazzarella ribadisce il no "al metodo del compenso aggiuntivo per chi dovrà andare a lavorare in fiera, considerato anche che si tratta di personale che da marzo non ha tregua " e teme che l'apertura del nuovo presidio possa slittare.
Più si allungano i tempi dell'avvio delle attività, più si avvicina la data in cui bisognerà fare i conti con la realtà. Ovvero con il fatto che l'ospedale in fiera è figlio della pandemia e appena l'emergenza sanitaria cesserà ( il 30 aprile stando alle previsioni, ma questo purtroppo è tutto da verificare), la struttura sarà totalmente irregolare. La norma che lo ha fatto costruire in deroga all'iter ordinario – il decreto legge 18 del 2020 – non ne consentirà la sopravvivenza, per la quale sarà necessario ottenere tutte le autorizzazioni che sono state saltate a piè pari. A partire dai titoli edilizi e finendo all'agibilità, senza tralasciare il fatto che la zona è a destinazione fieristica e che la presenza dell'ospedale non è prevista dal Piano regolatore comunale. E se pure ottenere tutti i permessi necessari per non sprecare quanto realizzato fosse una cosa possibile, è indubbio che i tempi saranno lunghi e che è quantomeno utopistico ipotizzare che il presidio in Fiera possa operare in continuità alla fine dell'emergenza. Sul punto il governatore Emiliano è stato ottimista, spiegando che "si ragionerà con il Comune e l'ente Fiera " , ma i suoi avversari non lo sono altrettanto. I consiglieri regionali di Fratelli d'Italia hanno presentato una serie di quesiti, chiedendo, per esempio, per quanti mesi sarà pagato l'affitto da 110mila euro alla Fiera del Levante; perché è stata attivata la procedura d'emergenza ( che ha saltato la gara pubblica) quando era chiaro dalla primavera che la Puglia necessitava della realizzazione di altri posti dedicati alla terapia intensiva; come si pensa di poter rendere i posti letto strutturali ( ovvero definitivi) così come è stato chiesto con la circolare ministeriale.
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