Ci sono le aziende che hanno vinto le gare che lavorano male e pezzi di ricambio che sarebbero da buttare (e non da montare). Ci sono autisti non sempre esperti nella gestione degli incendi. Ma soprattutto, c'è una flotta vecchia, vecchissima, e la necessità di risparmiare fino all'ultimo centesimo. E poi c'è Atac, che non sempre controlla, non sempre tutela, non sempre vigila. La relazione dell'ingegnere Rodolfo Fugger, consulente nominato dai pm nel fascicolo sui flambus è tanto tecnica quanto impietosa nel descrivere lo stato in cui versano i mezzi della municipalizzata dei trasporti.
di
Valentina Lupia
Dodici i casi presi in esame, altrettanti gli indagati, tutti dirigenti Atac che nei giorni scorsi si sono visti notificare l'avviso di conclusione indagini. Evidentemente perché, secondo il procuratore aggiunto Nunzia D'Elia e i sostituti Francesco Dall'Olio e Mario Dovinola, i responsabili degli incendi ai bus sono da cercarsi in via Prenestina. Tra mancate verifiche sulle aziende che hanno in appalto la manutenzione e segnalazioni che, invece, vengono inoltrate all'azienda che, però, le ignora. Come successo nel caso di un bus Iveco che è andato in fiamme il 23 giugno del 2019 a Porta di Roma.
di
Valentina Lupia
Scrive il consulente: "L'intervento in garanzia di Italmeccanica non è stato eseguito correttamente, visto che nella scheda di prevenzione incendi di metà giugno del 2019 vengono ancora segnalate criticità sul circuito idraulico con perdita di fluidi. Nonostante ciò la vettura viene regolarmente rimessa in servizio, pur essendo ormai evidente a tutti che le perdite di olio idraulico dai circuiti in pressione rappresentano delle situazioni di forte rischio per innesco degli incendi". E se l'azienda appaltatrice non ha eseguito una corretta manutenzione, Atac, dal canto suo, non ha ritenuto "rilevante la circostanza, non ha ritenuto di chiamare Italmeccanica per risolvere il problema e ha mantenuto in servizio la vettura".
di
Francesco Salvatore
Ma non c'è solo questo. C'è che i pezzi da sostituire vengono spesso rimpiazzati con altri che sono malconci e spesso "non possiedono affatto la qualità di quelli originali o di quelli "realmente equivalenti"". Per questo, si legge, "il numero di incidenti che interessa le vetture Atac è superiore alla media".
Il perito dei pm, insomma, boccia l'intera filiera. "Si rilevano quindi – conclude – incidenze percentuali di casi di incendio "non gravi" e di incendi "molto gravi" che superano di gran lunga (anche 4 volte superiori) le incidenze percentuali rilevate da Asstra nel suo rapporto, a testimonianza della criticità della casistica di incendi che interessa il parco Atac. Nel caso di Atac contribuiscono notevolmente a questa maggiore incidenza percentuale l'elevata vetustà del parco mezzi, l'utilizzo di parti di ricambio usate e/o non di elevata qualità, e la non elevata efficienza dei servizi di manutenzione programmata e correttiva, oltre alla non elevata efficienza delle ditte esterne alle quali Atac affida parte dei servizi manutentivi".
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