C’è un attivista che ricorda Greta Thunberg anche in Colombia. Meno noto della ragazzina svedese ma altrettanto impegnato sul fronte ambientalista. Si chiama Francisco Vera, ha 11 anni, il viso tondo, un sorriso che ti cattura, gli occhialetti da nerd. Ma a differenza di Thunberg vive braccato dalle minacce. L’ultima l’ha ricevuta il 15 gennaio scorso. Aveva appena postato su Twitter un video nel quale lanciava un appello al governo e chiedeva che venisse rafforzata la Rete. “Molti di noi non possono studiare a distanza – aveva spiegato -e con il Covid questo è un problema che discrimina”. Uno dei tanti messaggi che pubblica sui social. Ma ha attirato la reazione degli haters anonimi che gli hanno detto di piantarla e di restare zitto: “Altrimenti ti facciamo fuori”. La minaccia va presa sul serio. La Colombia è in cima alla classifica degli omicidi di attivisti sociali e ambientalisti: 64 nel 2020. Il primo del 2021 una settimana fa: era il guardiano di una rara specie di pappagalli a rischio estinzione.
La notizia è stata resa pubblica e l’intero paese è insorto. “Questo tipo di minacce sono comuni in Colombia”, conferma al sito della BBC Lourdes de Castro, dirigente di Somos Defensores, gruppo che documenta gli attacchi ai leader contadini e ai dirigenti della comunità rurali. “Ma arrivare a minacciare un ragazzino di 11 anni dimostra che abbiamo raggiunto nuovi livelli di intolleranza e mancanza di rispetto per la libertà di espressione”. La cosa ha avuto talmente clamore da spingere le Nazioni Unite a redigere una lettera di solidarietà a Francisco. L’ha firmata di suo pugno Michelle Bachelet, Alta rappresentante per i Diritti Umani. E’ stata consegnata da un rappresentante delle Nazioni Unite in Colombia direttamente nelle mani del bambino. “Ti ringraziamo per il tuo attivismo”, scrive Bachelet. “Abbiamo bisogno di più giovani con la tua passione per proteggere il Pianeta”. E poi, a proposito dell’appello sulle carenze dei collegamenti internet in Colombia, la dirigente Onu ha convenuto: “Sono d’accordo con te sul fatto che la connettività della rete deve essere migliorata per i ragazzi e le ragazze di tutto il mondo”.
Francisco Vera ha ricordato al sito britannico di aver iniziato il suo impegno da attivista all’età di 6 anni, partecipando alle proteste contro le corride assieme alla sua famiglia. L’amore per la natura lo ha spinto a occuparsi di altri temi, come il riciclaggio e le campagne contro l’estrazione mineraria nelle riserve naturali. “Sono cresciuto in montagna – ha spiegato – tra anatre, capre e uccelli. Tutto questo mi ha motivato ad essere un difensore dei diritti degli animali e poi attivista ambientale”. Nel 2019 ha fondato un gruppo, il Guardians of Life nella sua città, a Villeta, 90 chilometri da Bogotà. Con i compagni di scuola e gli amici ha iniziato a marciare verso il centro raccogliendo la spazzatura che trovavano lungo il cammino e a lanciare slogan a favore della natura. La mobilitazione è cresciuta. Francisco è diventato un leader. Perché lo era e aveva la stoffa per farlo. Ha affrontato altri temi, fino alla difesa dei diritti dei ragazzi. Studio in testa. Il Covid ha fatto emergere le carenze della didattica a distanza. Di qui, il nuovo video in cui chiede di rafforzare la rete. Seguito dalle minacce: una vigliaccata nei confronti di un bambino coraggioso.
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