MILANO – Ore 16. Le Borse europee si appesantiscono nel pomeriggio allineandosi agli inidici di Wall Street, in calo in attesa dell'esito della prima riunione della Federal Reserve da quando Biden si è insediato alla Casa Bianca. Gli investitori oscillano tra diverse indicazioni, pur mantenendo le azioni non distanti dai massimi di sempre. Se da una parte il virus non molla la presa dal punto di vista sanitario, il dispiegarsi dei vaccini dà una speranza di normalizzazione (l'amministrazione Biden sarebbe pronta a fornire 200 milioni in più agli americani) ma non mancano – soprattutto in Europa – i ritardi. E sembra proprio questo ritardo ad acuire le preoccupazioni degli investitori nel corso della giornata, con la tensione che sale soprattutto tra l'Europa e Astrazeneca, da cui Bruxelles si attendeva una ampia fornitura dopo il via libera dell'Ema e che la Commissione ora accusa di non rispettare quanto previsto dal contratto.
Milano tratta in calo del 2,12%, Londra scivola dell'1,81%, Francoforte cede il 2,42% mentre Parigi è in ribasso dell'1,99%. Giornata stabile per lo spread che si colloca a 117 punti: il rendimento si attesta a 0,64%. Gli osservatori notano che i mercati sembrano credere ad una rapida soluzione della crisi di Governo giudicando poco probabile l'ipotesi di elezioni a sorpresa in Italia. Anche dall'asta Bot non arrivano segnali di particolari tensioni: il Tesoro ha assegnato semestrali per 7 miliardi con rendimenti in lieve risalita (7 cent) a -0,448%.
Partenza in forte flessione come detto per i listini Usa: il Dow Jones perde l'1,82% e il Nasdaq l 2,26%, con il listino tecnologico americano che dopo i conti di Microsoft che hanno battuto le attese attende la pubblicazione delle trimestrali di Apple e Facebook, tra le altre.
Dalla Federal Reserve non ci si attendono sostanziali novità ma la conferma di una posizione accomodante in attesa di una schiarita sul fronte sanitario.
La Federal Reserve alla prima uscita dell'era Biden. Powell-Yellen, sintonia sulla necessità degli stimoli
dal nostro corrispondente
Federico Rampini
Le Borse asiatiche, come detto, hanno trattato miste dopo una sessione poco brillante di Wall Street. A Tokyo l'indice Nikkei termina in rialzo dello 0,31% a 28.635,21 punti, l'indice Topix avanza dello 0,65% a 1.860,08 punti. A Hong Kong l'indice Hang Seng segna +0,13% e Shanghai chiude a +0,11% mentre Shenzhen guadagna lo 0,4%.
In Germania si registra un deterioramento della fiducia dei consumatori a febbraio, con l'indice Gfk che si porta a -15,6 punti, oltre otto punti sotto il livello di gennaio. Si tratta del quarto calo consecutivo: "La chiusura della gastronomia e di gran parte dei negozi ha colpito il desiderio di consumare tanto quanto durante le prime restrizioni della primavera dello scorso anno", osserva Rolf Burkl, economista dell'Istituto Gfk. Euro poco mosso in avvio di giornata: la moneta unica viene scambiata a 1,2160 dollari, a fronte della quotazione di 1,2168 dollari di ieri sera dopo la chiusura di Wall Street. Sullo yen la moneta unica segna 126,06.
Tra le materie prime si risolleva il petrolio che viaggia in rialzo sui mercati asiatici e sfiora i 53 dollari. Negli scambi elettronici i future sul Wti salgono dello 0,72% 52,99 dollari al barile, il Brent avanza dello 0,68% a 56,29 dollari.
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