«Portavo la cocaina anch’io come tanti altri, ma per condividerla tra amici, non per spacciarla. Vorrei aggiungere che non sapevo che quella ragazza fosse minorenne, l’ho appreso solo molto dopo e ne sono rimasto scosso». Gianluca Campioni è un fiume in piena. Alla fine dell’interrogatorio di garanzia si ferma a parlare con i cronisti e ammette parte delle sue responsabilità.
Lo ha appena fatto anche davanti al Gip Letizio Magliaro che gli ha inflitto gli arresti domiciliari la scorsa settimana. L’uomo, nei guai nella seconda parte dell’inchiesta sui festini a Villa Inferno, è arrivato al nuovo Tribunale di via D’Azeglio ( accompagnato dalla sua legale Gemma Gasponi) poco prima di mezzogiorno. Dopo l’incontro col Gip che gli ha contestato il reato di spaccio, ha spiegato: «Ho risposto a tutte le domande che mi ha fatto il giudice. Quello che è successo è accaduto in un contesto che non è quello dello spaccio di droga in cambio di sesso, ma solo di serate tra amici».
Cappotto grigio, mascherina nera e occhiali scuri, Campioni è parso sereno o quantomeno consapevole: «Non intendo sottrarmi alle decisioni del giudice, mi assumerò le mie responsabilità fino in fondo. Ma per ciò che ho fatto, non per altro». I festini a base di sesso e droga, la minore e i filmati hard: il 47enne imprenditore ha raccontato al giudice la sua verità, a partire dalla cocaina. « Ognuno portava quel che aveva per poi consumare assieme».
Ha aggiunto che tra alcol e droga ci si lasciava andare, «ma nessuno era obbligato o costretto a partecipare» . Un punto fermo Campioni lo ha voluto mettere sulla presenza della 17enne che viene filmata mentre fa sesso con lui: «Non sapevo fosse minorenne e non credo lo sapessero neppure gli altri. Se me ne fossi reso conto l’avrei cacciata o me ne sarei andato».
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Frequentatore di Villa Inferno e amico del proprietario di casa Davide Bacci, afferma di averlo saputo «soltanto dopo» e di essere rimasto sconcertato: «Con una minorenne? Non mi sarei mai messo in una situazione del genere» . L’avvocata Gasponi ha chiesto al Gip per il 47enne la possibilità di tornare a lavorare con le sue imprese di trasporto su gomma e di sanificazione: «Questa storia mi ha molto penalizzato professionalmente, ho la necessità di ricominciare».
Fuori dall’aula, in attesa di essere sentiti ieri mattina c’erano anche l’avvocato Giovanni Voltarella e il suo assistito Paolo Carlo Prosapio ( ai domiciliari) accusato di spaccio, che si è avvalso della facoltà di non rispondere. E c’erano Andi Huqi (avvocato Alessandro Cristofori) e Demi Meta ( difeso da Francesca Benati) entrambi accusati di essere due pusher che fornivano dosi ai partecipati ai festini e hanno l’obbligo di domicilio fuori Bologna. Huqi, che s’è avvalso della facoltà di non rispondere. Meta invece ha deciso di parlare con il giudice per spiegare la sua posizione.
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