Arrivano gli attesi finanziamenti pubblici per l'azienda italiana ReiThera, che sta mettendo a punto un vaccino contro il Covid prodotto interamente nel nostro paese. Gli investimenti previsti ammontano a 81 milioni. Il Cda di Invitalia oggi ha approvato il contratto di sviluppo presentato dalla biotech di Castel Romano, 20 chilometri a sud di Roma. Il vaccino inizierà a febbraio la fase due delle sperimentazioni, dopo aver presentato il 5 gennaio dei buoni dati per la fase uno. Le prime fiale potrebbero essere disponibili in estate.
"Speriamo di poter somministrare al più presto il primo vaccino italiano anti-Covid" ha detto Domenico Arcuri, commissario per l'emergenza Covid e amministratore delegato di Invitalia, che entrerà nel capitale di ReiThera con il 30%. "Gran parte dell'investimento, cioè 69,3 milioni – fa sapere ReiThera in una nota – sarà destinato alle attività di ricerca e sviluppo per la validazione e la produzione del vaccino anti-covid". L'azienda stima di produrre 10 milioni di dosi al mese. Il prodotto, secondo i dati preliminari della fase uno, non avrebbe bisogno del richiamo.
"La restante quota (11,7 milioni) – prosegue l'azienda – sarà utilizzata per ampliare lo stabilimento di Castel Romano, dove sarà prodotto l’antidoto". I lavori nella sede di ReiThera sono già in corso da alcuni mesi, per aggiungere una nuova ala nello stabilimento e costruire la nuova officina farmaceutica, dove il vaccino viene prodotto e infialato in condizioni di assoluta sterilità. A dicembre è arrivato un nuovo bioreattore da 5mila litri che permetterà di far replicare il vettore virale usato nel vaccino e di raggiungere la capacità produttiva massima di 10 milioni di dosi al mese. L'azienda dovrebbe assumere altre 40 persone, oltre al centinaio di dipendenti attuali.
"Le agevolazioni concesse, in conformità alle norme sugli aiuti di Stato, ammontano a circa 49 milioni di euro: 41,2 milioni a fondo perduto e 7,8 milioni di finanziamento agevolato" spiega ReiThera, entrando nei dettagli del contratto. "Inoltre, in attuazione delle previsioni dell’articolo 34 del decreto-legge 14 agosto 2020, Invitalia acquisirà una partecipazione del 30% del capitale della società, a seguito di un aumento del capitale di Reithera".
Finora lo sviluppo e i test del vaccino avevano sfruttato 12 milioni di investimenti propri da parte di ReiThera e 8 milioni di Regione Lazio e Ministero dell'Università e della Ricerca. La fase uno dei test era stata coordinata dall'Istituto Spallanzani di Roma e aveva coinvolto circa 100 volontari. La fase due ne dovrà arruolare circa un migliaio, per la fase tre si dovranno invece superare i 10mila. Solo dopo il vaccino potrà essere valutato ed eventualmente autorizzato dall'Agenzia europea per i medicinali. ReiThera aveva anche avviato dei negoziati con la Commissione europea, che però sono ancora in uno stadio iniziale.
“E’ un accordo importante per ridurre la dipendenza del nostro Paese in un settore delicatissimo per la tutela della salute dei nostri cittadini” spiega Domenico Arcuri, Commissario straordinario per l’emergenza Covid e Amministratore delegato di Invitalia. “La produzione italiana di vaccini andrà ad aggiungersi a quelle realizzate all’estero – aggiunge Arcuri – rafforzando la capacità di risposta nazionale alla pandemia e accelerando così l’uscita dalla crisi”.
“Siamo orgogliosi di aver concluso l’accordo con Invitalia – dichiarano Antonella Folgori e Stefano Colloca, soci di Reithera – il cui intervento potrà accelerare lo sviluppo del vaccino italiano, a cui ReiThera sta lavorando con professionalità e dedizione fin dall’inizio della pandemia”.