Forse è andata proprio come immagina il Richiamo della Foresta. I primi uomini approdati nell'America del Nord non erano soli. Li accompagnavano gli antenati di Buck: cani robusti e coraggiosi, addomesticati nelle foreste della Siberia e abituati alle condizioni di vita proibitive descritte nel romanzo di Jack London. Lo suggerisce uno studio basato sia sui reperti archeologici, ma anche sulla ricostruzione degli alberi genealogici di uomini e cani partendo dall'analisi del Dna. La ricerca, guidata da Angela Perri dell'università britannica di Durham, è pubblicata su Pnas.
L'amicizia fra l'uomo e il cane, secondo il nuovo studio, risalirebbe a 23mila anni fa (altre ricerche fissano l'incontro in un'epoca ancora più antica: fino a 40mila fa). L'attraversamento dello stretto di Bering fino all'America nordoccidentale dovrebbe invece essere avvenuto 15mila anni fa. A quest'epoca risalgono anche i primi ritrovamenti fossili datati con certezza in Europa. La pratica di seppellire i cani accanto agli uomini indica quale posto essi si fossero già ritagliati nel nostro cuore. Sono reperti riemersi in Germania e per la prima volta non lasciano dubbi: dei cani veri e propri, non dei lupi, vivevano stabilmente negli insediamenti degli uomini.
I primi resti ritrovati in America sono invece successivi: hanno 10mila anni. Leggermente più tardi (9-8mila anni fa) da un sito dell'isola di Zokhov, in Siberia, sono emersi dei reperti che suggerivano anche la capacità dei cani di trainare le slitte. In ogni caso, questi animali sono stati i primi a essere addomesticati. Probabilmente l'amicizia è nata nel paleolitico, ben prima della trasformazione dell'uomo in specie stanziale e dell'introduzione dell'agricoltura. L'incontro è avvenuto in Siberia dove una fetta della popolazione umana era rimata isolata, tagliata fuori a causa del freddo dal resto della sua specie e dove dei segni di zanne di lupo sono state ritrovate sulle ossa delle prede consumate dall'uomo.
L'amicizia tra uomo e cane si è dunque sviluppata viaggiando. All'inizio ad avvicinarsi agli accampamenti erano in realtà i lupi. Le tracce emergono dall'analisi del Dna condotta da Perri e dal suo gruppo in Siberia, nella regione dello stretto di Bering e nel Nordamerica. Fin dall'inizio i due compagni d'avventura hanno condiviso situazioni dure, fra freddo, scarsità di cibo e necessità di effettuare lunghi spostamenti per cacciare. In comune, in fondo, avevamo gli stessi gusti culinari e circa 20mila anni fa, con la Terra che viveva l'epoca chiamata "ultimo massimo glaciale", c'era poco da andare per il sottile. Una stessa preda poteva essere condivisa da entrambe le specie.
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