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Sanremo, dove l’ho già sentito? Al Festival i titoli “copiati” dal passato

"Io il titolo di questa canzone l'ho già sentito". Quante volte è capitato di dire queste parole guardando il Festival di Sanremo? Eppure non è un luogo comune e anche i brani in gara nell'edizione di quest'anno non fanno eccezione: quasi tutti i titoli delle canzoni dell'edizione 2021 hanno decine, o centinaia e persino migliaia di identici precedenti, in barba alla legge sul diritto d'autore che considera il titolo come irripetibile segno distintivo dell'opera dell'ingegno

Facciamo qualche esempio di copia-incolla: il gruppo La rappresentante di lista sarà in gara con la canzone Amare: facile supporre l'esistenza di precedenti di un titolo del genere. E infatti è stato addirittura già in gara a Sanremo, edizione 1979, proposto da Mino Verniaghi. Anche Scialpi nel 1991 intitolò la sua canzone Amare Andrea Mingardi al Festival di Sanremo del 1994 giocò al raddoppio con Amare amare.

Sanremo 2021, i 26 Campioni tra veterani e debutti eccellenti

Amadeus ha annunciato i 26 Campioni durante la finale di Sanremo Giovani invitando tutti gli artisti sul palco del teatro del Casinò di Sanremo. Tutti presenti (tranne Orietta Berti che si è collegata in video dalla sua abitazione perché convalescente), i Big hanno sfilato uno dopo l'altro rivelando il titolo della canzone che porteranno in gara. Tra loro alcuni vincitori delle scorse edizioni come Francesco Renga, Arisa, Ermal Meta, veterani come Orietta Berti, alla sua dodicesima partecipazione, Max Gazzè, Noemi, Annalisa, Malika Ayane, Francesca Michielin in coppia con Fedez. E ancora Bugo, Lo Stato Sociale, Ghemon, Irama, Fasma. Poi la schiera dei debuttanti sul palco dell'Ariston: Maneskin, Gaia, Madame, Fulminacci, Random, Coma_Cose, Colapesce e Dimartino, La Rappresentante di Lista, Willie Peyote, Gio Evan, Aiello e il gruppo romagnolo degli Extraliscio con Davide Toffolo (dei Tre Allegri Ragazzi Morti e rigorosamente con la maschera a coprirgli il volto)

Eppure basta poco per distinguersi pur rimanendo sui medesimi termini e concetti: lo ha fatto quest'anno Willie Peyote con Mai dire mai, al quale ha aggiunto, tra parentesi, (La Locura), un termine a doppio senso: metà follia in spagnolo, metà cultura del lockdown. E ha fatto bene: senza quel supplemento la sua canzone si sarebbe confusa nella marea di Mai dire mai eseguite negli ultimi 60 anni da una formidabile schiera di celebrità della musica italiana. A cominciare dal 1959 quando Mai dire mai composta da Aldo Salvi con le parole di Gian Carlo Testoni diventò un successo per Caterina Valente ripetuto un anno dopo da Peppino Di Capri.

Da allora a incidere sempre diverse Mai dire mai sono stati Anna Oxa (1984), Renato Zero (1986), i Pooh (1987), Tosca (1996), Ricchi e Poveri (1998), Paolo Belli (1999), Umberto Tozzi (2000), Fausto Leali (2002) Alberto Fortis (2005), Alexia (2005), poi Anna Tatangelo il cui singolo Mai dire mai battezzò il suo album del 2008 e per ultimo Ligabue nel 2019.

Il sistema del copia-incolla vale anche per Ora, il brano di Aiello. Adottò questo titolo nel 1966 Bruno Martino per il motivo iniziale del varietà televisivo Aria condizionata, poi surclassato dalla popolarità della sigla finale Se telefonando di Mina; dopo Martino incisero canzoni intitolate Ora Eros Ramazzotti (1985), Dora Moroni (1986), i jazzisti Giorgio Gaslini (1988) e Avishai Cohen (1998), Ludovico Einaudi (2004), Chiara Civello (2005), il gruppo Dirotta su Cuba (2005), Jovanotti (2011) e per ultimo Gigi D'Alessio che ha intitolato Ora il brano guida del suo album del 2013. Idem per Voce di Madame: Bungaro cantò Voce nel 2012 e Lara Fabian si esibì con lo stesso titolo al Festival di Sanremo 2015 e un anno dopo un'altra Voce emerse dall'album di Arisa. Anche Parlami, titolo del brano di Fasma, conta diverse decine di precedenti, alcuni illustri come Parlami di Peppino Gagliardi del 1972, seguito da incisioni con identico titolo di Anna Oxa (1985), Laura Pausini (2004), Marco Carta (2012), Lorenzo Fragola (2016).

"Il fenomeno dei titoli non originali a Sanremo 2021 rimane diffuso almeno quanto nelle precedenti edizioni – dice l'esperto di diritto d'autore Michele Bovi (autore del libro Ladri di canzoni Hoepli editore) assieme a Grazia De Santis -Nell'Archivio delle opere musicali della Siae – spiega Bovi all'AdnKronos non escludendo nuove accuse di plagio per l'edizione 2021 – scopriamo che Glicine il titolo del brano scritto da Mahmood e Dardust per Noemi era stato depositato già 40 volte, la prima nel 1937 da Mario Ruccione e Giuseppe Micheli, ovvero il compositore e il paroliere di Faccetta nera e l'ultima nel 2020 dal rapper romano Carl Brave. Il titolo Arnica di Gio Evan ha 19 precedenti, 7 sono quelli per Cuore amaro di Gaia e Chiamami per nome della coppia Francesca Michielin-Fedez, 6 per Momento perfetto di Ghemon, 5 per E invece sì di Bugo, 4 per Torno a te di Random e 2 per Santa Marinella di Fulminacci e Il farmacista di Max Gazzé".

Se il copia-copia dei titoli risulta traboccante nella categoria dei Campioni, in quella delle Nuove proposte le cose non vanno meglio. "Il più sfruttato – fa notare Bovi a questo proposito – è Regina di Davide Shorty con precedenti di rango come il Regina scritto da Vito Pallavicini e Udo Jürgens nel 1968 per il cantante e attore ceco Karel Gott, quello di Franco Talò del 1969, quello del tenore Franco Tagliavini e quello di Renato Zero ambedue del 1977, quello di Gaio Chiocchio del 1980 e poi il Regina scritto ed eseguito nel 1983 da Don Backy per la sigla del programma televisivo della Rai Mille bolle blu e quello del pianista jazz Michel Petrucciani del 1986".

Inoltre, aggiunge ancora Bovi, "sono 16 i precedenti per Polvere da sparo di Gaudiano, 15 per Lezioni di volo di Wrongonyou, 11 per Che ne so di Elena Faggi, 10 per Scopriti di Folcast. Superano addirittura quota mille i precedenti per il vocabolo Goal utilizzato per il titolo della canzone sanremese da Avincola. In questo caso il cantautore ha impiegato un accorgimento: quello di aggiungere il punto esclamativo in coda. Così Goal! ha ridotto abbondantemente il numero dei precedenti, comunque tanti: il più famoso risale al 1935, un Goal! interpretato da Crivel, tra i più popolari cantanti del regime fascista".

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