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“Rifiuti in mare: bisogna pulire i fiumi”

Una situazione sempre più "preoccupante", per cui è "fondamentale intervenire alla fonte", in un contesto sempre più complesso sia per la ricerca scientifica che per le azioni degli ambientalisti, con le difficoltà legate alla pandemia in corso. Così la presidente dell'associazione ambientalista Marevivo, Rosalba Giugni, commenta la notizia del report appena diffuso dall'Università di Barcellona in cui viene raccontato come l'area sottomarina dello Stretto di Messina ad oggi è quella che ha la più grande densità di rifiuti al mondo. Il report stima che vi siano di "più di un milione di oggetti" per chilometro quadrato in alcune parti del fondo. La maggior parte di questi rifiuti è costituito da plastica.

"La situazione è molto preoccupante. Vale per lo Stretto come per tante altre realtà del mare. Bisogna intervenire sui fiumi e su ciò che trasportano. I fiumi sono arterie meravigliose di vita che oggi raccolgono tutti i rifiuti della nostra civiltà e li trasportano sino ai mari. Noi abbiamo come Marevivo fatto emendamenti e proposte per cercare di bloccare plastica e rifiuti, con dei sistemi di raccolta nei fiumi, prima che arrivino in mare. Questi emendamenti sono nella Salva Mare, oggi ferma purtroppo a livello politico per tutto quello che sta succedendo, ma siamo fiduciosi che si sblocchi. Per migliorare bisogna partire a monte: pensare di sviluppare di più l'economia circolare per evitare che si creino situazioni drammatiche nel tempo come quella dello Stretto di Messina" spiega Giugni.

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Fra tante incertezze nelle politiche e nelle tempistiche delle azioni necessarie per migliorare la salute degli oceani, ci sono però anche "segnali di speranza, ma bisogna insistere. Per esempio ora è passata la legge che si possono fabbricare bottiglie in Pet con il 100% di plastica riciclata. E' un buon segnale. Così come lo sono le direttive europee in tema di rifiuti, ma dobbiamo rispettarla. Oppure i fondi in arrivo dall'Europa. A partire dall'addio alla plastica monouso, per cui noi stiamo combattendo che vengano inseriti assolutamente anche i bicchieri, bisogna costruire un modello migliore per aiutare i nostri mari".

La presidente di Marevivo sottolinea però, nel tentativo di evitare situazioni come quella dello Stretto, la necessità di prevenire prima di pensare a curare. "Personalmente non credo nell'idea della raccolta dei rifiuti sui fondali. Sono marinara, subacquea, e credo che quando qualcosa finisce nel mare c'è ben poco da fare: per quanto puoi ripulire o raccogliere non riesci a sistemare, la plastica si sminuzza e diventa microplastica, così come gli altri rifiuti. Ripeto: bisogna intervenire a monte per evitare situazioni come quelle relative allo Stretto di Messina. Bisogna puntare di più su interventi sui fiumi, sul riciclo, sull'educazione ambientale. E smettere di produrre enormi quantità di rifiuti".

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Infine, la situazione legata al Covid preoccupa per un generale "rallentamento di tutte le attività ambientali. La pandemia è un disastro in primis per la salute e l'economia, ma anche dal punto di vista ambientale. Rallenta i processi, la sensibilità ambientale e peggiorano certi comportamenti. Ma avete visto quante mascherine finiscono in mare? Dobbiamo, anche in questo momento di difficoltà, smettere di trattare male il nostro Pianeta, o situazioni di accumulo di rifiuti in mare continueranno a perdurare e saranno difficili da invertire" chiosa Rosalba Giugni.

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