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Le sculture evocative di Scherer, esempio delle gallerie d’arte che si rimettono in moto

A semaforo arancione, si torna a visitare le gallerie. Rieccoci a parlare dell'unico attore reale in gioco nella vita artistica milanese nell'era della pandemia. Non solo per un fatto pratico (in quanto esercizi commerciali, possono aprire i battenti), ma anche per determinazione. A differenza di musei, fondazioni e spazi no profit, che la pandemia ha silenziato quasi completamente, le gallerie non hanno mai smesso di lavorare a nuovi allestimenti, di concretizzare progetti curatoriali ambiziosi. Ed ecco, ad esempio, a parlare di Cassina Art Project, neonata galleria milanese su due livelli per 1.300 metri quadri, in via Mecenate. Qui, dove aveva sede la Caproni un tempo, si costruivano trimotori e i primi aerei da bombardamento negli anni Venti. L'iniziativa di due giovani fratelli è germogliata poco prima dello sconquasso pandemico, dopo un triennio di rodaggio a New York. Ed è questo il primo giorno di apertura al pubblico di una mostra sul tema dell'identità. È firmata Yves Scherer, un giovane scultore che riceve il Swiss Art Award nel 2015 e oggi è festeggiato dalla prima mostra istituzionale nel suo paese, alla Kunsthaus Grenchen.

La personale milanese, "By Your Side" (il titolo è lo stesso di una romantica ballata di Sade), ha avuto una lunga genesi. Doveva aprire a marzo scorso e si è concretizzata a porte chiuse solo settimana scorsa. Dopo gli studi al Royal College of Art a Londra come scultore e quattro anni di gavetta a NY, Scherer è oggi soprattutto noto per i suoi autoritratti in forma di fotografia lenticolare (una viewing room virtuale da Cassina è dedicata a questa serie). Da un volto, più spesso il suo, affiora un suo doppio simbolico, quello di una celebrity di Hollywood. È il gioco tra pubblico e privato, racchiuso in un'immagine fugace e mutevole. E anche in questa mostra, si concretizzano echi della vita, della personalità e dell'infanzia dell'artista. In ogni sua opera si riconosce una forma di autoritratto. Un bimbo modellato nel gesso, ad esempio, guarda a bocca aperta verso il cielo. Scherer, più che dedicarsi a opere singole, in questo spazio definisce un'atmosfera complessiva. Ogni opera (tra cui sculture, assemblage, dipinti e una fotografia lenticolare), ci appare come un frammento di un paesaggio dalla vocazione astratta.

In mostra, ad esempio, ci sono alcuni dipinti. Sono stati realizzati durante il primo lockdown attorno al lago di Ginevra e trasfigurano elementi naturali fuori scala. Ad abitare gli spazi della galleria c'è anche una figura femminile iperrealista, in metallo dipinto. È seduta a terra. Attorno a lei, alcuni elementi in cemento armato grezzo. Una vasca con dell'acqua evoca una fontana. Sbocciano fiori di campo, anche dal cemento. C'è una grande potenza emotiva in questo racconto per immagini dell'infanzia dell'artista. Chi ha liquidato il ruolo culturale delle gallerie come solo commerciale finora, si deve ricredere, per forza.

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