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Il signor G. trova casa: la storia a lieto fine del clochard che dormiva davanti alla stazione di Milano

La sera del 25 dicembre i volontari di Progetto Arca, una delle onlus milanesi più attive nell'aiuto alle persone in situazioni di bisogno, erano in giro per una fredda Milano. Con il food truck della Cucina Mobile e le cene preparate per i senzatetto da un ristorante e il furgone di primo aiuto che distribuiva sacchi a pelo e kit di prima igiene, con anche mascherine e gel. Con i volontari e con il loro presidente Alberto Sinigaglia, quella notte, c'era Alessandro Giungi, consigliere Pd che spesso partecipa a iniziative di solidarietà. E che quella sera ha raccolto una storia di Natale – la potremmo definire – che ieri è arrivata a un primo punto fermo.

Stazione di Lambrate, tanti senzatetto da aiutare e a cui consegnare un pasto caldo e qualcosa con cui coprirsi. "Con Sinigaglia siamo entrati nella stazione, per dire a chi dormiva lì di avvicinarsi alla nostra Cucina Mobile. Ed è lì che abbiamo incontrato il signor G.". Più di 60 anni, una povertà assoluta e dignitosa, un giaccone pesante, pantaloni di velluto, due golf e accanto la sua casa: un trolley e due sacchetti di plastica con tutti i suoi beni. "Ci ha raccontato la sua storia: quattro anni fa la ditta in cui lavorava ha chiuso e lui si è ritrovato senza lavoro. Nessun parente a cui appoggiarsi, e da lì il passo da una situazione di vita modesta ma tranquilla alla strada è stato inevitabile", racconta Giungi. In questi anni una sola breve parentesi di aiuto da parte di una signora che l'ha ospitato per qualche mese, poi il Covid ha fatto franare ulteriormente le sue speranze: di giorno il pellegrinaggio tra mense e docce pubbliche, la notte un sacco a pelo per strada.

"Gli abbiamo spiegato che per iniziare ad avere un aiuto stabile doveva rivolgersi al Casc, il centro di aiuto stazione centrale: ci siamo scambiati i numeri di telefono e in questi mesi ho seguito con i volontari del centro la sua situazione". Esami medici – per capire le sue condizioni di salute – e colloqui: perchè per lui l'idea è stata di non indirizzarlo a un dormitorio, ma di trovare qualcosa che fosse casa.

E ieri Giungi ha accompagnato il signor G. in quella che, almeno per un anno, sarà casa sua: un appartamento di Progetto Arca – che ha anche piccoli contributi del Comune – che condividerà con altre quattro persone che hanno lasciato la strada. Cucina, salotto, due camere da letto e due bagni, regole ferree di convivenza da rispettare, il diritto a una spesa al mese da 50 euro all'Esselunga per le prime necessità. E l'impegno a seguire il percorso con Progetto Arca, che cerca sempre di trovare reinserimenti lavorativi – anche con tutte le difficoltà del momento – alle persone che segue. Ora tocca al signor G. provarci, ma senza aiuto sarebbe impossibile: "Dentro i sacchi a pelo e le coperte che la notte si srotolano nelle nostre città ci sono uomini e donne. Non dimentichiamolo mai".

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