Giuseppe Conte si è dimesso durante il Consiglio dei ministri. Poi salirà al Quirinale per informare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Le consultazioni inizieranno domani pomeriggio e dovrebbero concludersi entro giovedì sera. A quel punto capiremo se il premier dimissionario avrà i numeri per poter ambire a un reincarico. Al momento la cosiddetta "quarta gamba", che dovrebbe affiancarsi a M5S, Pd e Leu, non c'è. Se si materializza, durante i colloqui del Presidente con i gruppi parlamentari, è quasi certo che Sergio Mattarella offrirà a Conte il reincarico per fare il suo terzo governo, il Conte ter. Se invece così non sarà il Capo dello Stato procederà con un incarico esplorativo a un'altra personalità che avrà il compito di capire se esiste in Parlamento un'altra maggioranza che possa dare la fiducia al governo, oppure se sia praticabile una riedizione della stessa alleanza giallorossa con però a capo un altro premier, che poi è la richiesta di Matteo Renzi.
Mattarella chiede numeri certi. Una maggioranza solida, coesa, che sappia arrivare a fine legislatura. Ad agosto scatta il semestre bianco, e non si potranno più sciogliere le Camere. Più volte il Quirinale ha espresso pubblicamente le sue perplessità sulla crisi, perché mette a rischio il piano vaccinale e rischia di vanificare i 209 miliardi del Recovery Fund, i cui progetti vanno approvati entro fine aprile. Per queste ragioni il Colle nelle ultime settimane, quando la seconda ondata della pandemia ha preso il sopravvento, ha fatto trapelare una certa freddezza per il ricorso al voto. La campagna elettorale si terrebbe in condizioni complicatissime. Ma se, in tempi brevi, non si formasse una maggioranza alternativa le urne sarebbero l'esito inevitabile. L'ipotesi più accreditata è che sia un governo elettorale a traghettare l'Italia al voto, a giugno, a scuole chiuse. E non sarebbe Conte a capeggiare ovviamente un simile esecutivo.
Insomma, la crisi è un garbuglio, uno 'gnommero', direbbe Gadda. E al Colle si rinnoverà ancora una volta il duello tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi, che ha dominato la liturgia politica delle ultime settimane. Difficile che i due possano coesistere dopo gli insulti delle ultime settimane. Renzi ha fatto nascere il Conte 2 e poi l'ha voluto uccidere, consumando una sua personale vendetta contro i Cinquestelle, che nel dicembre 2016 furono in prima fila nel disarcionarlo da palazzo Chigi capeggiando la mobilitazione di massa contro il referendum costituzionale del 4 dicembre.
È quindi quella che si apre formalmente ora è "una crisi al buio". E infatti metà degli italiani non la capisce. Soprattutto è l'esito opposto all'appello "ai costruttori" che Mattarella aveva lanciato nel suo discorso di fine anno per risollevare la nazione dalle macerie prodotte dal covid.
Iniziano consultazioni dall'esito imprevedibile, com'è nella tradizione italiana. E si terranno per la prima volta durante la pandemia, quindi al Colle saliranno delegazioni snelle, e non saranno ammessi più di quindici giornalisti nella sala stampa alla Vetrata. Come finirà? La sensazione è che Conte abbia esaurito i bonus. La scorsa settimana era salito al Quirinale bluffando un po' sui numeri, e aveva ottenuto un'altra settimana di tempo. Quel tempo ora sembra scaduto.
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