"Ringrazio l'intera squadra di governo, ogni singolo ministro, per ogni giorno di questi mesi insieme". Giuseppe Conte apre così l'ultimo Consiglio dei ministri del governo giallo-rosso. "Abbiamo lavorato sempre al massimo delle nostre possibilità, abbiamo la coscienza a posto", ha detto il premier, che forse farà un video per spiegare le sue ragioni (sicuramente non ci sarà una conferenza stampa). E ha rivendicato due cose.
La prima: il ritrovato ruolo dell'Europa nella crisi e dell'Italia in Europa. "Se penso che quando abbiamo iniziato avevamo davanti la necessità di disinnescare le clausole Iva e adesso stiamo scrivendo i progetti ambiziosi del Recovery Plan, penso che è cambiato il mondo e che noi siamo stati parte di questo cambiamento".
Il presidente del Consiglio ha poi parlato – ecco il secondo elemento – di un lavoro "inimmaginabile" fatto in un anno e mezzo dal governo. E ha sottolineato i rapporti umani che si sono creati tra i ministri, pur nelle differenze, soprattutto nell'affrontare la pandemia e le sue conseguenze.
di
Tommaso Ciriaco
,
Emanuele Lauria
A parlare a nome degli esponenti di governo sono stati i capidelegazione delle diverse forze politiche. Dario Franceschini, per il Pd, ha assicurato al premier il massimo sostegno dei dem e ha parlato, anche lui, di un'esperienza importante che "ha unito le forze politiche". Alfonso Bonafede, per i 5 stelle, ha dato atto dell'ottimo rapporto costruito col Pd e si è detto dispiaciuto che la questione giustizia – la mancanza dei voti sulla relazione che doveva fare domani alla Camera e soprattutto giovedì al Senato – abbia accelerato la fine del governo.
Il retroscena
di
Annalisa Cuzzocrea
Adesso, quel che si aspettano in maggioranza è che entro sera, o al massimo domani, nasca un gruppo in Senato per raccogliere i "responsabili" – da Sandra Lonardo ai centristi passando per la forzista Maria Rosaria Rossi – e dare loro una cornice stabile. Dovrebbe essere un allargamento del Maie, con la speranza di arrivare a quota 162.
Ma il punto – ragionano alcuni ministri uscendo da Palazzo Chigi – è ancora una volta cosa farà Renzi durante le consultazioni col capo dello Stato. Il ruolo del leader di Italia Viva, per quanto Conte e il Pd vorrebbero disinnescare il peso dei suoi voti a Montecitorio e Palazzo Madama, è ancora rilevante. Soprattutto, rischia di esserlo di più se tanto i dem che i 5 stelle mostreranno crepe sul nome di Conte. Se emergeranno – nelle prossime ore – possibilità alternative e un'altra soluzione politica. Ma questo, il primo a capirlo sarà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
di
Concetto Vecchio
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