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Covid-19, il protocollo israeliano per vaccinare gli allergici gravi

ANCHE i pazienti gravemente allergici si potranno vaccinare contro il Covid19, purché in strutture appositamente attrezzate e sotto stretto controllo medico. Almeno in Israele, il paese con la percentuale più alta delle vaccinazioni eseguite, dove non vogliono lasciare scoperti neppure questi pazienti e per questo hanno lanciato un programma pilota per verificarne possibilità e controllarne reazioni. Dopo diverse reazioni gravi riscontrate su pazienti con gravi allergie durante le prime fasi delle vaccinazioni con il siero Pfizer BioNTech, la tendenza di molti paesi è stata quella di evitare di sottoporre questi pazienti alla vaccinazione. E di escludere dal richiamo chi ha avuto gravi reazioni durante la prima dose del vaccino.

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Per superare questo situazione che lascerebbe scoperti soggetti più vulnerabili, allo Sheba Medical Center di Tel Hashomer in Israele, ritenuto da Newsweek uno dei 10 ospedali migliori al mondo, è appena stato messo a punto un programma per vaccinare in un ambiente iper protetto e controllato, anche i gravemente allergici. Secondo l’ideatrice del programma, Nancy Agmon-Levin, direttrice dell’unità di Immunologia clinica, angioedema e allergia, lupus e delle malattie autoimmuni dell’ospedale israeliano le reazioni allergiche a questo nuovo vaccino sono 10 volte superiori agli altri vaccini, da uno su un milione di casi a uno su 100 mila casi e per questo, “si è creato un grosso allarme sociale e gli stessi pazienti gravemente allergici sono molto preoccupati” anche se la dottoressa ritiene che “la maggior parte dei pazienti allergici può essere regolarmente vaccinata”.

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In Israele si sono contate meno di un centinaio di reazioni allergiche tra eruzioni cutanee, gonfiore di lingua, labbra e gola, difficoltà nella respirazione e due shock anafilattici. Reazioni di cui Agmon-Levin ammette che non si conosce ancora la causa ma che “ipotizziamo possa trattarsi del polietilenglicoli”, un polimero usato negli alimenti, nell’industria chimica e farmaceutica. Il progetto ideato allo Sheba Medical Center prevede sessioni di vaccinazione di 100 pazienti gravemente allergici per volta, inoculati dopo aver raccolto e valutato le loro storie cliniche, le allergie avute in passato oppure sorte alla prima dose del vaccino. Per alcuni di questi verrà fatta una profilassi specifica prima della vaccinazione. Poichè le reazioni che ci sono state, si sono verificate nell’immediatezza, tra i 10 minuti e le quattro ore dopo aver iniettato la dose del vaccino, tutti i pazienti resteranno in osservazione almeno per quattro ore potendo contare su una clinica dove ci saranno strutture di pronto intervento e rianimazione libere e diversi medici sempre a disposizione. Se non avranno avuto conseguenze o quando le reazioni saranno rientrare, saranno controllati un’ulteriore volta prima di lasciare la clinica.

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Se il programma darà i risultati aspettati ovvero permetterà ai gravemente allergici di vaccinarsi senza correre gravi rischi, il protocollo sarà allargato ad altri ospedali dello Stato in maniera da poter vaccinare tutti i gravemente allergici in ogni zona del paese.

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