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Coronavirus, perché la Basilicata è vicina alla zona bianca e cosa comporterà

I numeri promettono bene e l’obiettivo zona bianca si fa sempre più vicino. Almeno per la Basilicata, che potrebbe essere la prima regione d’Italia a guadagnare il gradino più basso nella scala delle restrizioni anti-Covid prevista dal governo con un’ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza. Che è lucano, ma qui conta poco.

Quello che conta sono i dati sui contagi messi nero su bianco dalla cabina di regia nazionale nella quale siedono i tecnici del ministero delle Salute, quelli dell’Istituto superiore di santità (Iss) e i rappresentanti delle Regioni. E i numeri di Potenza e Matera lasciano ben sperare.

Monitoraggio, verso i nuovi colori delle Regioni: la zona bianca resta un miraggio, solo una Regione ci spera

di

Michele Bocci


Uno su tutti: l’incidenza settimanale dei contagi ogni 100mila abitanti. È la principale chiave di accesso all’area bianca, se risulta pari a 50 per tre settimane consecutive, norme alla mano (sono quelle contenute nel decreto legge numero due approvato da Palazzo Chigi il 14 gennaio scorso).

In Basilicata quell’indicatore è in calo e, sempre che il trend non dovesse invertire la rotta, toccare ‘quota 50’ è una missione alla portata della regione per febbraio. In calo, si diceva. Perché Potenza è passata dai 96 casi ogni 100mila abitanti accertati nella settimana che va dall’11 al 17 gennaio ai 61 casi della settimana 18-24 gennaio.

Perché proprio 50? Perché, come si legge nel verbale della seduta della cabina di regia nazionale del 22 gennaio, entro quella soglia è possibile il “ripristino dell’identificazione dei casi e il tracciamento dei contatti stretti”. Oltre quella soglia, invece, il sistema sanitario va in affanno.

Gli altri indicatori da tenere sott’occhio sono lo scenario di trasmissione del virus elaborato sulla base dell’Rt (l’indice che misura la velocità dei contagi) e il livello di rischio di un’epidemia fuori controllo. Perché una regione abbia le carte in regola per la zona bianca deve avere uno scenario di tipo 1 e un rischio “basso”. Proprio come la Basilicata, appunto, classificata fra le regioni “a rischio basso” insieme con Abruzzo, Calabria, Campania, Liguria e Toscana.

E se allargassimo il campo all’impatto dell’epidemia sul sistema sanitario regionale, scopriremmo che in Basilicata i posti letto occupati sia nei reparti Covid di area medica sia nelle terapie intensive sono ben al di sotto dei limiti di guardia fissati dal governo nell’aprile 2020.

In particolare, nelle Rianimazioni Covid della regione è occupato il sette per cento dei letti disponibili, e il di guardia è il 30 per cento; invece nelle aree non critiche i posti occupati toccano quota 21 per cento, cioè la metà del limite oltre il quale scatta l’allarme sulla tenuta del sistema sanitario.

A spingere la Basilicata verso la zona bianca, infine, sono i nuovi positivi accertati (naturalmente). E anche sul punto le performance della regione lasciano ben sperare. Martedì 26 gennaio sono state isolate 60 persone, delle quali 56 sono residenti in una delle due province lucane. Il colore bianco sembra avvicinarsi, dunque.

E con quello le libertà (quasi) dimenticate in questa pandemia. Come la possibilità di visitare un museo o di andare al cinema, per esempio. Ma sempre mantenendo il distanziamento fisico di almeno un metro fra le persone e la mascherina (ben) indossata, e al netto di nuove misure ad hoc. I lucani incrociano le dita.

In Puglia invece il discorso cambia. Basti soltanto un dato: l’ultimo numero sull’incidenza settimanale dei contagi ogni 100mila abitanti è 166 (ovvero più del triplo di quanto serve per sperare nella zona bianca). E poi il livello di rischio è ancora “moderato”, secondo la cabina di regia.

In ogni caso, però, chi a Matera o a Potenza dovesse pensare che il peggio è passato, è bene che tenga a mente un passaggio del verbale dell’ultima riunione della cabina di regia nazionale con riferimento all’Italia: “Siamo in una fase delicata e un nuovo rapido aumento del numero dei casi nelle prossime settimane è possibile, qualora non venissero mantenute rigorosamente le misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale”.

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