Bruxelles. L’Europa si muove per fare chiarezza sui vaccini tra possibili azioni legali e pressioni affinché i produttori mettano un rimedio ai ritardi annunciati nella consegna delle dosi. E’ stato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ad aprire per primo a ricorsi giudiziari e alle penalità affermando che la Ue intende "far rispettare” i contratti firmati. A questo scopo, ha aggiunto, “possiamo utilizzare tutti i mezzi giuridici a nostra disposizione". Parole indirettamente indirizzate a Pfizer, mentre la Commissione europea ha convocato per oggi una riunione con i dirigenti di AstraZeneca.
I contratti per i vaccini
La storia di successo sui vaccini per l’Europa ora rischia di trasformarsi in un boomerang. Dopo le esitazioni nella prima fase della pandemia, infatti, la Commissione Ue di Ursula von der Leyen ha recuperato terreno, coordinando la risposta europea al Covid e soprattutto negoziando a nome dei Ventisette i contratti per le forniture dei vaccini con sei case farmaceutiche, strappando prezzi e condizioni i vantaggio per la fornitura di 2,3 miliardi di dosi (i contratti sono stati stipulati quando ancora non si sapeva chi sarebbe arrivato per primo, per cautelarsi Bruxelles ha ordinato un tale numero di fiale pronta a smistare quelle in eccesso verso i paesi vicini quando tutta la popolazione Ue sarà immunizzata).
Troppi ritardi
Ora però i ritardi iniziano ad allungare ombre su questo lavoro di Bruxelles, fino a qui lodato da tutti i governi, visto che i contratti, formalmente secretati, non prevedono obiettivi di consegna settimanale ma solo trimestrali. Una clausola che sputerebbe le armi per un ricorso ai governi e alla stessa Unione. Dopo le pressioni degli scorsi giorni, tuttavia, Pfizer ha promesso che avrebbe ripreso le consegne a pieno regime da questa settimana e che avrebbe recuperato le dosi mancanti delle scorse settimane entro la metà di febbraio. Bruxelles però ora si cautela e apre ad azioni legali dopo che per primo il governo italiano ha annunciato di ricorrere alle carte bollate contro Pfizer.
Intanto si è aperto anche il caso AstraZeneca, con la compagnia anglo-svedese che ha annunciato ritardi nelle forniture prima ancora di avere ricevuto il via libera dell’Ema – atteso entro la settimana – alla commercializzazione del suo rimedio. Proprio per fare luce sulla vicenda, i responsabili dell’azienda sono stati convocati oggi dalla Commissione europea.
La scorsa settimana Ursula von der Leyen ha fissato un obiettivo di vaccinazione ambizioso, già approvato dai leader dei Ventisette, che punta a vaccinare a livello continentale l’80% degli anziani entro marzo e il 70% della popolazione adulta entro l’estate. Sarebbe un deciso passo verso l’immunità di massa in Europa. Tuttavia i ritardi nelle consegne dei vaccin mettono a rischio questo obiettivo, che gli europei vogliono raggiungere il più rapidamente possibile spaventati anche dal fatto che nuove varianti possano inficiare il vaccino, riportandoci indietro nel lavoro di immunizzazione di diversi mesi. Prima il virus smetterà di circolare grazie al vaccino, quanto più sicura sarà la popolazione anche di fronte a nuove varianti. Senza dimenticare che arriverebbe anche l’agognata ripresa economica.
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