“È una tragedia, siamo fermi alla sera da fine ottobre e se va avanti così chiudiamo. Viviamo in un continuo altalenare di situazioni, puoi aprire a mezzogiorno ma non la sera, sei in arancione e puoi fare l’asporto, che è sempre troppo poco, io non so se riusciremo ad andare avanti”. Bastano le parole di Anna Traverso, del ristorante Chiara, di Savignone, a spiegare l’esasperazione che ha portato in piazza oltre un centinaio di ristoratori. Un presidio sotto la Prefettura di Genova per chiedere ristori certi e adeguati alle perdite avute e nuove regole che possano permettere una riapertura anche nelle ore serali. Una protesta nata in Valle Scrivia, nell'entroterra di Genova, a promuoverla sono stati Martina Vallarino, dell’Osteria della Bastia e Marco Guendalini, dell’Antica trattoria Semino, di Busalla, ma che si è estesa, via chat, anche a Genova e che, sotto la sigla #ristoratoriuniti, comprende tutta la filiera, dai ristoranti ai bar, alle attivita legate all’organizzazione di matrimoni. “Noi vogliamo lavorare – spiega Guendalini – e sappiamo di poterlo fare in sicurezza. Purtroppo tanti nostri colleghi sono sul baratro, non ce la fanno più, non riescono a pagare nemmeno le bollette di casa”.
I ristoratori, che hanno anche incontrato il sindaco di Genova, Marco Bucci, hanno consegnato una lettera per chiedere al governo misure che possano aiutare tutta la filiera, da ristori adeguati a una maggiore chiarezza nei provvedimenti che spesso sono comunicati all’ultimo momento. “La scorsa settimana – spiega Martina Vallarino – molti di noi, sapendo che sarebbe stata zona gialla, hanno fatto acquisti, chiamato personale, iniziato a lavorare in cucina per la preparazione. E poi ci hanno chiuso, oltre al danno la beffa, non possiamo continuare così”. Richieste di buon senso, che sono vicine a quelle avanzate ai tavoli governativi dalle associazioni di categoria. Nei giorni scorsi, infatti, Fipe-Confcommercio e Fiepet-Confesercenti hanno chiesto al ministro per lo Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, un piano ben definito che conduca a una riapertura in sicurezza dei locali. In attesa di poter ripartire anche se solo parzialmente con la zona gialle, si lavora a un obiettivo ambizioso, che è quello di una ripresa dell’attività anche nelle ore serali. “In questi giorni abbiamo raggiunto un risultato molto importante – spiega Alessandro Cavo, presidente genovese di Fipe Confcommercio – che è stata l’apertura di un dialogo a livello nazionale con il Cts, il Comitato tecnico scientifico, affinché si possa prendere in considerazione la facoltà di aprire i locali in sicurezza anche la sera”.
In attesa di queste novità, in questi giorni ci saranno nuovi incontri, si pensa a quello che succederà la prossima settimana, quando molto probabilmente la Liguria tornerà in zona gialla. La sensazione, però, è che non tutti riapriranno anche perché la possibilità di lavorare solo a pranzo limita molto l’attività di alcuni locali. “Dipende dalle esigenze di mercato – continua Cavo – e dal tipo di clientela. Se uno lavora sui residenti ha sicuramente interesse anche a lavorare in zona gialla. Diverso, invece, è il discorso di chi ha locali nelle zone turistiche, penso alle nostre riviere, zone dove si vive principalmente di turismo che, in questo momento, è inesistente. Credo che molti bar e ristoranti di quelle zone attenderanno ancora prima di una riapertura”.
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