MILANO – Rassicurazioni da una parte, rilevi e osservazioni dall'altra. E' questa la sintesi dell'incontro che di oggi tra il governo e Confindustria sul Recovery Plan. "Questo non è un piano del governo ma del sistema-Italia, quindi deve essere ampiamente condiviso e costruire le basi per ricostruire e trasformare il Paese garantendo una robusta ripresa, una più efficace resilienza e la realizzazione delle riforme che valgano a superare le carenze strutturali del Paese e migliorarne la competitività", avrebbe detto a quanto si apprende il premier Giuseppe Conte. "L'obiettivo è offrire una pronta ripresa al Paese, dopo questi mesi di sofferenza e recessione economica. Stiamo creando le premesse per ripartire più forti di prima".
Quattro invece i punti attorno a cui si articolano le obiezioni di Confindustria. La prima osservazione – si legge in una nota degli industriali dopo diffusa dopo l'incontro tra Carlo Bonomi, collegato in videoconferenza, e Giuseppe Conte – "riguarda la mancata conformità con le linee guida indicate dalla UE e aggiornate venerdì scorso a seguito della consultazione tra Commissione, Governi e Parlamento Europeo. Le linee guida prescrivono infatti, in maniera puntuale, che ogni riforma strutturale e linea di intervento delle 6 missioni strutturali venga declinata secondo una stima precisa degli obiettivi quantitativi che si intende ottenere rispetto alle risorse impegnate. Questo perché la Commissione stessa possa verificarne l'attuazione, sia nell'arco della durata del Piano che negli step intermedi, scongiurando così il rischio di revoca dei fondi o, peggio ancora, la restituzione".
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Alberto d'Argenio
"In assenza di un quadro generale di priorità, compatibilità e obiettivi, – prosegue ancora la nota – ogni valutazione rischia di ridursi ad una mera somma di richieste, in nome dei diversi interessi economici e sociali.Senza una stima chiara degli obiettivi sull'aumento dei tassi di occupazione – a partire da giovani e donne sulla diminuzione dei Neet, sull'aumento dei laureati, sulla diminuzione dei gap territoriali e di genere – non è possibile esprimere un parere sull'allocazione complessiva di risorse destinate agli obiettivi di sostenibilità sociale e di crescita della produttività".
La terza osservazione di Confindustria entra nel merito del tema lavoro. "Lo scorso luglio Confindustria ha trasmesso al Governo una proposta dettagliata che coniuga, in un unico obiettivo, la riforma degli ammortizzatori sociali e quella delle politiche attive del lavoro, aprendo al coinvolgimento delle Agenzie private", evidenzia la nota. "L'obiettivo della proposta è la valorizzazione del capitale umano e l'aumento dell'occupabilità, attraverso il potenziamento dell'assegno di ricollocazione e il contratto di espansione. La scelta che riscontriamo nel Piano invece, non solo sembra essere quella di basarsi ancora essenzialmente sui Centri Pubblici per l'Impiego, ma, soprattutto, non viene indicata la direzione che il Governo intende intraprendere sulla riforma degli ammortizzatori sociali".
Quindin Confidnustria soleva anche il tema della governance che, rimarcano gli industrial, "ad oggi" non è "ancora delineata". "A nostro avviso dovrebbe prevedere modalità di confronto strutturato e continuativo con le parti sociali e un loro coinvolgimento lungo tutto il processo di esecuzione dei progetti"
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