La questione Olimpiadi arriva anche alla Camera. Il presidente del Coni Giovanni Malagò, in audizione alla Commissione cultura sul riordino e riforma delle disposizioni in materia di enti sportivi e di lavoro sportivo, ha concentrato gran parte del suo intervento sull'imminente sospensione del Comitato olimpico italiano da parte del Cio. Rappresentando una "situazione drammatica dal punto di vista sportivo", ha ricalcato i temi sollevati dall'articolo di Repubblica, che rivelava la decisione del Cio di sospendere il Comitato olimpico italiano se entro mercoledì non risolverà la questione dell'autonomia del Coni.
di
Fulvio Bianchi
"Il Cio non chiede nulla di diverso da quello che il governo italiano si è sempre impegnato, anche nella corrispondenza specifica col Cio, a regolare. Anche firmando l'host city contract per ospitare i Giochi del 2026 a Milano e Cortina: un contratto in cui ci impegnavamo ad aderire agli articoli della Carta Olimpica. Ci siamo ridotti così perché la società Sport e Salute, che ha sostituito Coni Servizi, nel frattempo non ha scorporato le funzioni del Coni: pianta organica e asset. Nell'ambito delle sue funzioni, il Coni non può dipendere da una società del governo. Ma per colpa della politica, a distanza di 25 mesi dalla riforma, questo discorso non è stato risolto. Il Comitato esecutivo del Cio non so cosa delibererà, mercoledì. Ma a più riprese, il presidente Bach, in modo estremamente eloquente, ha fatto presente che questa situazione è contraria all'ordinamento. E l'esecutivo di mercoledì è l'ultimo, poi non ce ne saranno altri. Perché anche il presidente Bach scade. Ci saranno elezioni a metà marzo, da qui a quella data non ci saranno altri esecutivi. Verranno fissati poi, ma per questo la scadenza di mercoledì è assolutamente ineludibile. Serve un intervento tampone del Governo che fermi qualsiasi delibera del Cio. Qualunque altra scelta sarebbe non so se un suicidio o un'eutanasia. Certamente autolesionistico".
A seguire, alcuni deputati hanno preso la parola. Certamente significativo l'intervento di Simone Valente, del M5s, che con l'ex sottosegretario leghista Giorgetti, firmò la riforma all'origine, prima della caduta del governo giallo-verde: "Sono certo che una soluzione verrà trovata, deve essere trovata. Il governo deve impegnarsi per dare un segnale al Cio, non possiamo permetterci che venga macchiata l'immagine dell'Italia. Ho ben presente il problema, in prima battuta il personale che deve essere in diretta connessione con il Coni. Così come richiesto dal Cio. La nostra riforma voleva dare una visione innovativa alla governance, e se fatta in diversi step doveva colmare un vulnus, ma la situazione ora non è più rimandabile. Serve un intervento chirurgico il prima possibile, in modo che l'autonomia venga ridata al Coni. Ingigantire e strumentalizzare un rischio è molto sbagliato, come è molto sbagliato sottovalutarlo. Non dovremmo fare polemica, ma tutelare l'immagine del Paese".
Nel dibattito, anche un episodio folcloristico, quando il deputato Federico Mollicone (Fratelli d'Italia) ha aperto una busta estraendo un tricolore da donare "simbolicamente" a Malagò: "Spero che potremo portarlo anche alle Olimpiadi". Come da replica di Malagò, non c'è più tempo da perdere: "Sono rimaste 36 ore.
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