CATANZARO – Un’operazione eseguita con urgenza per evitare che nuovo sangue scorresse nel crotonese. Dodici persone sono state fermate oggi fra Petilia Policastro, nel crotonese e la provincia di Verona per ordine della procura antimafia di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri. Secondo le prime indiscrezioni, nel mirino ci sono i principali clan della zona di Petilia Policastro, fra i quali di recente sono state registrate nuove e pericolose fibrillazioni. “Siamo dovuti intervenire per evitare che fossero commessi degli omicidi” dicono fonti vicine alle indagini. In manette, sono finiti boss, luogotenenti e affiliati delle principali famiglie della zona tutti accusati a vario titolo di associazione mafiosa, omicidio, estorsioni, usura, delitti in materia di armi, furti, danneggiamenti seguiti da incendio, tutti aggravati dal metodo mafioso.
L’omicidio sarebbe quello di Massimo Vona, allevatore ufficialmente scomparso nel nulla nell’ottobre del 2018, in realtà – come fin da principio sospettato dagli investigatori – andato ad ingrossare i ranghi dei morti per lupara bianca, gli “spariti” ammazzati e sepolti in tombe senza nome. Quarantaquattro anni all’epoca della scomparsa, Vona – conosciuto come Malutiempu – aveva piccoli precedenti penali, ma non era considerato un elemento di rango nella gerarchia dei clan locali. Ma poteva vantare parentele importanti. L’uomo era il cugino Valentino Vona, nell’aprile 2012 ucciso in un agguato che aveva come reale obiettivo il fratello Giuseppe. Una vendetta – hanno stabilito i giudici – per l’uccisione del boss Vincenzo Manfreda.
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