“Era un comizio politico, rivolto agli iscritti, un richiamo all’unità del partito contro coloro che stavano usando le inchieste della magistratura per fare campagna congressuale contro alcuni candidati. Attaccai il sistema non i giudici”. Matteo Salvini spiega così il senso delle dichiarazioni fatte nel 2016 a Collegno, nel congresso per il rinnovo del segretario della Lega Piemonte a cui ha partecipato un migliaio di persone, che gli sono costate un processo per vilipendio dell’ordine giudiziario.
di
Ottavia Giustetti
,
Sara Strippoli
“Per fortuna non ci sono solo magistrati come Palamara – dice durante l’esame dell’imputato – ho numerosi processi nei tribunali di tutta Italia e ho massima fiducia nella magistratura e nella sua autonomia di giudizio”. Mascherina tricolore, uomini della scorta al seguito, il senatore e leader della Lega è arrivato con qualche minuto d’anticipo al processo a Torino avviato dall’allora procuratore capo Armando Spataro e ora in aula davanti al giudice Roberto Ruscello.
Un processo che ha fatto discutere nelle settimane passate quando il Tribunale non ha ammesso il legittimo impedimento di Salvini nonostante in Parlamento si stesse votando la fiducia (era il giorno del voto alla Camera, e il giudice non ha accolto l’istanza del difensore Claudia Eccher ritenendo che il senatore non fosse irrevocabilmente impegnato nei lavori parlamentari). Matteo Salvini si è presentato in udienza oggi per la prima volta e si è anche sottoposto all’esame delle parti per spiegare il senso del comizio nel quale attaccò la magistratura definendola “una schifezza” e “un cancro da estirpare”.
di
Diego Longhin
"Non mi permetterò mai di attaccare un giudice X, posso semmai attaccare il sistema – ha ribadito Salvini in aula – . Quelle frasi le dissi perchè c'era qualcuno che utilizzava le indagini della magistratura a fini politici". Salvini, poco prima delle 14.30, si è presentato per la prima volta in aula e ha risposto alle domande del pm Emilio Gatti che ha proiettato un estratto del filmato Rai del congresso. "Qualcuno – ha aggiunto Salvini rispondendo al pm – politicamente usava l'atto di qualche inchiesta e processo. Allora il candidato segretario della Lega in Piemonte, poi eletto, era sotto inchiesta e poi è stato assolto".
"Solitamente -ha aggiunto Salvini – quando parlo sono concentrato su quello che dico. A Collegno non era un comizio pubblico ma un'assemblea riservata a chi aveva un'anzianità di tessera di tre anni. Il pubblico ministero ha proiettato l'estratto video del congresso per poi chiedere all'imputato se si fosse reso conto che la Rai stava riprendendo. "Durante questi eventi solitamente non facciamo partecipare la stampa", ha precisato Salvini, "ma adesso non ricordo cosa successe in quella occasione".
Rispondendo poi alla difesa ha precisato: "Il problema politico era che in quel periodo qualcuno internamente usava un'inchiesta della magistratura per fare campagna politica. Invitavo i militanti a scegliere in base alla proposta politica e non alle indagini. Non volevo che il dibattito politico interno fosse influenzato da azioni giudiziarie esterne"
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