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Il ghiaccio sta scomparendo a una velocità record

Il nuovo allarme sullo scioglimento dei ghiacci a livello globale parla di 28 mila miliardi di tonnellate di ghiaccio perse a livello globale in 24 anni, dal 1994 al 2017. Per dare un’idea, si pensi che il ghiaccio perso basterebbe a coprire l’area dell’Italia con una calotta polare spessa cento metri.

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Immaginate un’enorme barriera di ghiaccio alta più o meno quanto il grattacielo Pirelli a Milano, oppure due volte quella della torre di Pisa. I responsabili sono i soliti sospetti: i ghiacci della Groenlandia, dei ghiacciai minori e, da poco, quelli dell’Antartide. Ovviamente, una delle preoccupazioni maggiori riguarda l’innalzamento del livello dei mari associato al ghiaccio perso.

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Attualmente, la Groenlandia e i ghiacciai minori la fanno da padrone, mentre il rimanente contributo all’innalzamento dei mari è dovuto al fenomeno dell’espansione termica degli oceani – più riscaldiamo gli oceani, che assorbono circa l’85% del calore dovuto al riscaldamento globale, più questi si “gonfiano”, un po’ come il gas in una mongolfiera quando si riscalda, favorendo l’innalzamento dei mari. Stime future suggeriscono che se dovessimo continuare sulla traiettoria odierna in termini di emissioni di gas serra e riscaldamento del pianeta, il ruolo dei ghiacciai sarà sempre minore – in vista del fatto che molti saranno, ahimè, scomparsi – mentre la Groenlandia e l’Antartide saranno responsabili per la maggior parte dell’innalzamento dei mari attraverso la fusione dei loro ghiacci (questo il termine tecnico ma “scioglimento” è spesso usato in gergo popolare).

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Il ruolo dell’espansione termica diminuirà – non perché l’oceano non continuerà ad espandere, anzi continuerà a farlo sempre più velocemente man mano che continuerà a riscaldarsi – ma perché lo scioglimento dei ghiacci polari sarà esorbitante e supererà di gran lunga l’effetto dovuto all’espansione termica.

C'è un legame tra il riscaldamento globale e il freddo estremo


L’Antartide e la Groenlandia sono stati, nel passato, complici di simili “crimini”, inondando le terre emerse e favorendo un livello dei mari più alto di diversi metri rispetto a quello oggi, quando le condizioni in termini di temperature e concentrazione di CO2 nell’atmosfera erano simili a quelle odierne. Tuttavia, nel passato, lo stimolo al cambiamento è avvenuto per motivi naturali (cambiamento di orbita, eruzioni vulcaniche, ecc.) e attraverso migliaia di anni, facendo sì che l’Antartide si svegliasse prima dal torpore gelido, seguito dalla Groenlandia.
Il commento

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Al contrario, lo stimolo antropico che stiamo imponendo sul nostro clima, innaturale e violento, è avvenuto nel giro di pochi decenni, con la Groenlandia che ha reagito velocemente e l’Antartide che sta cominciando a rispondere allo stimolo. Secondo i ricercatori dell'Università di Leeds, autori dello studio appena pubblicato su The Cryosphere, la metà di tutte le perdite di ghiaccio sono state causate dal ghiaccio sulla terraferma, inclusi 6,1 trilioni di tonnellate dai ghiacciai di montagna, 3,8 trilioni di tonnellate dalla calotta glaciale della Groenlandia e 2,5 trilioni di tonnellate dalla calotta glaciale antartica.

Clima

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Queste perdite hanno innalzato il livello globale del mare di 35 millimetri. E se pensiamo che si stima che per ogni centimetro di innalzamento del livello del mare, circa un milione di persone rischia di essere sfollato dalle terre basse, è plausibile pensare che lo scioglimento dei ghiacci tra il 1994 e il 2017 potrebbe aver già influenzato la vita di più di 3 milioni di persone che vivono lungo la costa.

Purtroppo un’inversione di marcia è improbabile nei prossimi decenni senza affrontare il problema della riduzione delle emissioni e della cattura della CO2 nell’atmosfera. Senza tale inversione, le conseguenze sul nostro pianeta e sulla vita lungo le coste come la conosciamo oggi saranno trasfigurate.

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