PARIGI – Dopo anni di dibattiti tra favorevoli, contrarie e scettiche, tra quelle che non volevano sentirsi come dei panda da proteggere, preferivano andare avanti solo per merito, e le altre convinte che le mentalità si cambiano anche con qualche forzatura, alla fine la conclusione è netta. Le quote rosa funzionano. Non bisognerebbe chiamarle così, diciamo allora che la discriminazione positiva che, attraverso una legge, impone delle percentuali di donne nei cda delle aziende del Sbf120, uno degli indici della Borsa di Parigi, ha portato i risultati sperati.
E' stato necessario un po' di tempo. L'adozione della legge Copé-Zimmermann, dai nomi dei relatori, è stata adottata il 27 gennaio 2011. Ma per il decimo compleanno c'è di che festeggiare. La Francia ha infatti raggiunto una parità quasi perfetta: le donne occupano oggi più del 45,8% dei posti nei cda. Erano appena il 12,5% dieci anni fa. E' stato superato dunque l'obiettivo della legge fissato al 40% per il 2017, con una tappa intermedia al 20% nel 2014. Entro il 2021, più di 20 aziende avranno almeno il 50% di consigliere di amministrazione donne, con Sodexo, Kering, Ipsos che avranno addirittura il 60% di rappresentanza femminile nei board. La Francia ha superato così in Europa persino la Norvegia che è stata pioniera sull'imposizione di quote nei cda, con una normativa fissata già nel 2003.
Qualche ombra, e non piccola, resta. Se le donne hanno conquistato i board, restano ancora molto lontane dai ruoli dirigenziali. Le donne rappresentano solo il 22% dei membri dei comitati esecutivi della SBF 120, rispetto al 7% del 2009. Solo una donna, Catherine MacGregor di Engie, dirige un gruppo del Cac 40, l'indice dei gruppi che capitalizzano di più alla Borsa di Parigi. Nel Sbf120, ci sono appena 10 donne a capo di un'azienda. La legge sulle quote ha funzionato anche in Italia con la legge Golfo-Mosca del 2011 e dove resiste però stesso squilibrio nel management.
In assenza di quote, la mancanza di parità prosegue ai vertici delle aziende. Il governo sta pensando di intervenire anche su questo livello perché i buoni risultati nei board, spiega il ministro dell'Economia Bruno Le Maire, non devono essere "l'albero che nasconde la foresta”. “Dobbiamo essere in grado – ha proseguito il ministro davanti al parlamento – di passare ad una marcia superiore e quindi entrare in una logica più ambiziosa che comporta quote". Le proposte del governo dovrebbero essere annunciate nei prossimi giorni, domani è prevista una conferenza stampa per celebrare l’anniversario della legge Copé-Zimmermann, alla quale parteciperà anche Christine Lagarde. Varare una nuova legge non sarà facile. Il Medef, la Confindustria francese, ha messo le mani avanti su nuove rigidità imposte nel mezzo della peggior crisi da decenni. L'anno scorso, le Haut Conseil à l'Egalité (Hce), ha raccomandato al governo di raggiungere un obiettivo del 40% di donne leader nei comitati esecutivi e di gestione di più di otto membri entro il 2024 (con un passo al 20% nel 2022).
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