AGI – Per fare fronte al continuo aumento di nuovi casi di Covid-19 e alla preoccupante diffusione delle nuovi varianti, la Commissione europea ha introdotto una nuova colorazione delle aree più a rischio, la zone rosso scuro. Ossia le regioni dove negli ultimi 14 giorni sono stati segnalati oltre 500 casi cumulativi per 100 mila abitanti. E, secondo gli ultimi dati comunicati all'Ecdc, in Italia il provvedimento rischia di coinvolgere il Friuli-Venezia Giulia (768 casi); la Provincia autonoma di Bolzano (696 casi); il Veneto (656) e l'Emilia Romagna (528). "Alla luce delle nuove varianti di coronavirus e dell'elevato numero di nuove infezioni in molti Stati membri, è necessario scoraggiare fortemente i viaggi non essenziali, evitando la chiusura delle frontiere o divieti di viaggio generalizzati e garantendo che il funzionamento del mercato unico e delle catene di approvvigionamento rimanga ininterrotto", spiega la Commissione.
Per chi viaggia dalle zone rosso scuro dovrà fare i conti con misure più rigorose di restrizioni: i viaggi non essenziali sono scoraggiati e per i viaggi essenziali è previsto il test prima della partenza e la quarantena dopo l'arrivo. Le persone che tornano nel loro Stato di residenza dovrebbero invece essere autorizzate a sostenere un test dopo l'arrivo. La raccomandazione è di utilizzare lo stesso parametro anche per gli spostamenti interni, ma resta ovviamente una decisione degli Stati membri.
"Imporre ai cittadini delle nostre regioni l'obbligo di test e quarantena per poter viaggiare nell'Unione europea, così come previsto per le realtà colorate di 'rosso scuro', significherebbe penalizzare le amministrazioni che effettuano il maggior numero di tamponi e non, come sarebbe invece necessario, operare una valutazione su parametri epidemiologici oggettivi". Lo dichiarano i presidenti dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, e del Veneto, Luca Zaia. "Il dato dell'incidenza sui 100 mila abitanti", spiegano i tre presidenti di Regione, "implica pertanto che la valutazione viene operata sul numero assoluto di positivi riscontrati". "Ne deriva dunque una situazione paradossale", concludono Bonaccini, Fedriga e Zaia, "che, anziché incentivare le amministrazioni a potenziare i controlli sui cittadini, andrebbe a premiare quelle realtà che, per non rischiare di sforare i parametri indicati, dovessero deliberatamente decidere di ridurre la somministrazione di tamponi".
L'Ue ha rafforzato le misure di restrizioni anche per chi arriva da fuori dall'Ue: risultato test Pcr negativo da presentare prima della partenza, eseguito almeno 72 ore prima. I cittadini dell'Ue, i residenti e i loro familiari dovrebbero avere la possibilità di sostenere il test dopo l'arrivo. Ai test potrebbe aggiungersi il quesito di quarantena fino a 14 giorni (in particolare per gli arrivi da Paesi dove sono molto diffuse le nuove varianti).
"La situazione in Europa con le nuove varianti ci ha portato a prendere decisioni difficili ma necessarie. Dobbiamo stare al sicuro e scoraggiare viaggi non essenziali", ha spiegato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. "Oggi proponiamo nuove misure sui viaggi nell'Ue. Continueremo a coordinarci a 27: è l'unico modo per avere successo", ha aggiunto. "Aggiorniamo il codice colore delle mappe dell'Ecdc, e applichiamo misure più rigorose per i viaggiatori provenienti da aree a più alto rischio. Allo stesso tempo, dobbiamo evitare la chiusura delle frontiere e mantenere attivo il mercato unico. Oggi più che mai le persone hanno bisogno di avere accesso a beni essenziali come cibo o medicine", ha assicurato. "In parallelo, proponiamo requisiti più rigorosi per i viaggiatori internazionali verso l'Ue: test, quarantene e un futuro modulo comune europeo di localizzazione dei passeggeri. Dobbiamo fermare la diffusione delle varianti del virus e tenerci tutti al sicuro. Insieme, supereremo questa pandemia", ha concluso.
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