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La morte di Luca Ventre in ambasciata “Di Maio non ha detto nulla…”

Un mistero di inizio anno su cui adesso vuole far luce la procura di Roma. Il fatto è accaduto oltreoceano, ma all'interno dell'ambasciata italiana di Montevideo. Qui un ragazzo di 35 anni è morto dopo essere stato fermato dai vigilantes della nostra sede diplomatica. Sergio Colaiocco, magistrato titolare dell'inchiesta su Giulio Regeni, ha già aperto un fascicolo.

La vicenda

Sono le 7:07 del primo gennaio. A Montevideo, capitale dell'Uruguay, un ragazzo di 35 anni varca il muro di cinta che dà su corso José Benito Lamas in cui ha sede l'ambasciata italiana. Lo fa scavalcando. Il suo nome è Luca Ventre, un giovane che, così come riportato da Il Messaggero, non sta attraversando un momento facile.

È uscito da poco da un incidente e farebbe saltuariamente uso di droga. Scavalca il muro di cinta dell'ambasciata perché vuole parlare con un funzionario a tutti i costi. Secondo fonti riportate sempre dal quotidiano capitolino, vorrebbe essere rimpatriato ed è proprio per questo che poco dopo la prima alba del nuovo anno si è fiondato presso la nostra sede diplomatica.

Non appena varcato illegalmente l'ingresso, due vigilantes sono andati verso Luca Ventre. Le immagini sono state riprese da una telecamera di sorveglianza. Nel video si nota i due guardiani di sicurezza immobilizzare il ragazzo, facendolo prima inginocchiare con le mani dietro la schiena e poi stendendolo faccia a terra.

A quel punto, uno dei due vigilantes ha afferrato il collo del giovane salendogli sopra. Una posa che ha mantenuto fino a quando l'orologio della telecamera di sicurezza non ha segnato le ore 7:30. Dunque, per più di un quarto d'ora Luca Ventre si è ritrovato con l'impossibilità di muoversi e di reagire. E il volto del ragazzo è apparso subito sofferente.

Non solo: quando è stata lasciata la presa su di lui, il giovane èrisultato immobile a terra. Dopo 14 minuti, il cancello dell'ambasciata si è aperto per far entrare due poliziotti. Luca Ventre a quel punto è apparso privo di sensi, i due agenti lo hanno portato via di peso perché da solo non riusciva a reggersi in piedi.

La scena quindi si è spostata dall'ingresso dell'ambasciata a quello del pronto soccorso dell'Hospital de Clinica, il nosocomio più vicino. Qui a entrare in gioco sono state altre videocamere di sorveglianza, le quali hanno mostrato l'arrivo del giovane poco dopo le 8:00. Secondo i referti ufficiali, Luca Ventre è morto alle 8:30 dopo diversi tentativi di rianimazione andati a vuoto.

I dubbi dei familiari

Per i parenti di Luca Ventre, il giovane è morto quando ancora era in ambasciata. È questa la convinzione soprattutto del fratello Fabrizio: "Luca è stato ucciso dentro un'ambasciata italiana – è il suo sfogo ripreso dal giornalista Giuseppe Scarpa – il ministro degli Esteri Luigi Di Maio non si è degnato di dire una parola, di telefonarci, di chiedere di fare piena luce. Siamo stati letteralmente abbandonati dalle istituzioni".

La sua convinzione ha a che fare soprattutto con quanto ripreso dalle telecamere dell'ospedale. I poliziotti giunti al pronto soccorso, hanno chiesto una sedia a rotelle per il giovane. E lui in effetti è entrato nella struttura non sorretto dagli agenti, bensì sopra una sedia fornita dai sanitari. Tuttavia, Luca Ventre non riusciva a stare seduto. In almeno un'occasione nel video si sarebbe notato infatti il suo corpo quasi afflosciarsi ed essere in qualche modo ricomposto dai quattro poliziotti che lo accompagnavano.

Sarebbe questa secondo i familiari la prova che il ragazzo era privo di sensi per via del placcaggio, se non addirittura già senza vita.

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