Temevano di essere incolpati del distacco della valanga e così hanno fatto finta di niente quando hanno chiamato il soccorso alpino, ieri intorno alle 12.30 a Peveragno, nel Cuneese. Lo scialpinista che ha chiamato i soccorsi ha detto di essere ferito ma non ha spiegato in che modo si fosse lussato una spalla e procurato una serie di traumi. La squadra del soccorso alpino che è decollata verso il versante settentrionale del monte Bisalta, così, è partita senza l’unità cinofila a bordo, indispensabile per la ricerca di possibili dispersi sotto le valanghe. “Non è intenzione del Soccorso Alpino condannare chi subisce un incidente in montagna, ma è importante che chi effettua una chiamata d'emergenza fornisca sempre tutte le informazioni su quanto accaduto. In questo modo si tutela la sicurezza dell'infortunato e dei soccorritori che sono in grado di pianificare un intervento già a partire dai dati ricevuti nella telefonata”, spiegano dal soccorso alpino. Gli uomini che hanno raggiunto il ferito, infatti, avrebbero potuto essere coinvolti in un secondo distacco non avendo preso le precauzioni necessarie in questi casi.
Questa volta la valanga era di piccole dimensioni e i due coinvolti sono usciti entrambi dalla neve, uno si è addirittura allontanato prima dell’arrivo dei soccorsi. Non ha potuto farlo il ferito che – intervistato dai soccorritori – ha ammesso il distacco della valanga. Ha rischiato il congelamento e viste le sue condizioni i soccorritori hanno preferito metterlo su una barella e poi caricarlo in elicottero, un’operazione non semplice per il forte vento. Alla fine il ferito è stato recuperato con il verricello e portato in ospedale.
Commenti recenti