Si sono definiti "hacker nazi-fascisti" gli autori dell'incursione web durante un'iniziativa culturale sulla piattaforma Meet in occasione della Giornata della Memoria. Un tentativo riuscito a metà visto che Marco Botti, relatore dell'evento, ha continuato a parlare per oltre un'ora nonostante i continui disturbi, tra cui bestemmie, l'ostentazione di simboli nazi-fascisti e minacce di morte. E' accaduto durante l'appuntamento online "Memorie ebraiche in Arezzo", una sorta di passeggiata virtuale organizzata dalla sezione soci di Arezzo dell'Unicoop Firenze in occasione della Giornata della Memoria. Mentre Botti parlava e scorrevano le immagini dei luoghi raccontati – in particolare piazza Grande, dove la comunità ebraica aretina dell'800 aveva attività commerciali, e del Campaccio, dove sorgeva il cimitero ebraico – gli hacker si sono intromessi nella videoconferenza per infangare la memoria. "Si sono sentite distintamente delle bestemmie" ha raccontato Botti al sito Arezzo notizie.
Non solo, mentre l'iniziativa andava avanti nella chat compariva di tutto. Protetti da nomi falsi, il gruppo di nazi-fascisti ha caricato immagini di raduni di neonazisti incappucciati e scritto di tutto, tra una svastica e un "viva il duce", hanno anche minacciato di morte Marco Botti ("Ti faccio saltare col botto"). "Gli organizzatori – ha aggiunto ancora Botti – hanno poi iniziato a buttar fuori i disturbatori, che però riuscivano sempre a rientrare con altri account finti. Spero solo che si possano identificare e denunciare".
Dura la condanna di Unicoop: "Eventi come questi ci fanno capire ancora di più quanto sia importante portare avanti iniziative sulla Memoria, approfondiremo quanto successo e non ci fermiamo davanti a questi episodi di violenza. Mai come adesso ricordare il passato è necessario per evitare che fenomeni simili riaccadano in futuro". Unicoop ha espresso anche solidarietà a Botti.
Sulla vicenda sono intervenuti anche il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e l'assessora alla Memoria Alessandra Nardini, che hanno espresso solidarietà al giornalista Marco Botti, per le minacce e gli insulti di stampo nazifascista subiti sabato 23 gennaio, durante la "passeggiata virtuale" nei luoghi dell'antica comunità ebraica aretina. "Esprimo solidarietà a nome mio personale e dell'intera comunità toscana che rappresento a Marco Botti – dichiara Giani -.
Ogni iniziativa che ricordi l'orrore nazifascista dei campi di sterminio è meritevole, giacché solo la memoria può salvarci da ogni tentativo di violenza, dandoci il coraggio e la forza di reagire sempre, anche in nome dell'amore e del rispetto per chi non c'è più, caduto vittima di persecuzioni di regime".
"Voglio esprimere anch'io solidarietà a Marco Botti e ringraziare la sezione soci Arezzo di Unicoop Firenze per aver organizzato questa importante passeggiata virtuale – afferma Nardini -. Coltivare e preservare la Memoria è l'anticorpo, per usare un linguaggio che ben si adatta al momento, più potente che abbiamo contro i pericolosi e squallidi rigurgiti nazifascisti. Conoscere ciò che è stato, le pagine più buie e vergognose della storia, per impedire che possa accadere di nuovo. Questo è l'impegno che come Regione Toscana continueremo a portare avanti con ancora maggiore determinazione".
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