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Alta velocità, porto, strade: una partita da 11 miliardi

C’è l’alta velocità Palermo- Catania- Messina, madre di tutti i cantieri, di cui si parla da vent’anni. C’è la “ strada della morte” Ragusa- Catania, ma anche la linea ferrata Palermo-Trapani, la statale 640, ribattezzata come “ strada degli scrittori”, e il rilancio del polo cantieristico e portuale di Palermo. Sono cinque i commissari siciliani designati dal governo Conte — a cui i decreti Semplificazioni e Sblocca- cantieri conferiscono poteri speciali per le opere pubbliche strategiche — che dovranno spendere 11 miliardi per far arrivare al traguardo le incompiute dell’Isola.
Tra i tecnici, in attesa del vaglio del Parlamento, l’ingegnere Filippo Palazzo, per anni responsabile di Rfi del passante e dell’anello ferroviario di Palermo, dovrebbe sbloccare la “ cura del ferro”. Il tecnico Anas Raffaele Celia è in pole per le opere stradali, il presidente dell’Autorità portuale Pasqualino Monti per i lavori nello scalo palermitano. Mentre al provveditore interregionale alle opere pubbliche Gianluca Ievolella si chiede di avviare gli appalti delle stazioni di polizia di Palermo e Catania. E a Ornella Segnalini, ex dirigente del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, di completare la diga di Pietrarossa.

Pa-Ct veloce nel 2028
L’opera che fa la parte del leone ( 8,7 miliardi) è l’alta velocità tra i primi tre capoluoghi dell’Isola, di cui si parla almeno dalla delibera Cipe del dicembre 2001 e che nemmeno lo “ Sblocca Italia” del 2014 dell’allora governo Renzi era riuscita a velocizzare. «I poteri fissati dall’articolo 4 dello Sblocca cantieri su autorizzazioni, visti, nulla osta, eccetto quelli ambientali, daranno la svolta a un’opera che comunque già si muove » , dice Filippo Palazzo. I lotti dell’opera mastodontica sono otto e, al momento, si lavora sul raddoppio Bicocca- Catenanuova, appalto da 415 milioni con l’attivazione di un primo binario prevista per l’anno prossimo e nel 2023 quella su entrambi. Ma per il completamento di tutta la tratta — altri 5,6 miliardi — bisognerà aspettare il 2028. Sul versante Catania- Messina, a settembre scorso, è stata pubblicata la gara da 2,3 miliardi della Giampilieri- Fiumefreddo, che consentirà un aumento della capacità per il traffico passeggeri e merci, una riduzione dei tempi di viaggio di circa 30 minuti tra Messina e Catania e un servizio metropolitano dal capoluogo etneo a Taormina. L’altro dossier sul tavolo del commissario è la Palermo- Trapani via Milo da 144 milioni di euro, in fase di progettazione definitiva.

155 milioni per il porto
Ci sono anche 155 milioni il porto di Palermo e per il rilancio del polo navalmeccanico di Fincantieri, dove già il presidente dell’Autorità portuale Pasqualino Monti ha avviato una grande stagione di cantieri ed entro l’estate inaugurerà la nuova stazione marittima. «È già un gran risultato che il ministro alle Infrastrutture abbia scelto lo scalo di Palermo tra le opere strategiche», rivendica Monti, che potrebbe sbloccare con poteri speciali i lavori da 35 milioni di euro per il nuovo terminal del porto, disegnato da un concorso internazionale di progettazione, e i lavori da 120 milioni per il bacino di carenaggio da 150mila tonnellate del polo, dove l’Autorità e Fincanteri sino sono legati fino al 2057.

La Ragusa-Catania

Per la Ragusa-Catania è stato indicato Raffaele Celia, 17 anni in Anas e responsabile nuove opere area 2 del centro Italia. Se ne parla almeno dal ’98 della “strada della morte”, una statale vecchia 40 anni che collega i poli più produttivi dell’Isola. Settantadue chilometri, che nel 2014 erano stati affidati con una convenzione alla società privata “ Autostrada Ragusa- Catania”, prima di impantanarsi in un groviglio burocratico. Ma il commissario si dovrà occupare anche dei 73 chilometri delle statale 640, tra Agrigento e Caltanissetta, oggi nota come “strada degli scrittori”, attesa da vent’anni, che ha bisogno di 990 milioni. E ancora del collegamento tra lo svincolo della statale 514 di Chiaramonte e la statale 115 e dello svincolo della statale 94 “Ragusana”.

Le stazioni di polizia e la diga
Nel pacchetto siciliano ci sono anche il completamento della diga Pietrarossa, incompiuta da 28 anni, e le nuove stazioni di polizia di Palermo e Catania. Per l’opera idrica a cavallo tra il Catanese e l’Ennese, che permetterebbe di raccogliere 35 milioni di metri cubi per gli invasi, è stata designata Ornella Segnalini, dirigente del ministero in pensione. Per la cittadella della polizia di Boccadifalco e quella di Librino a Catania, il provveditore alle opere pubbliche Gianluca Ievolella: «A Palermo c’è già il progetto preliminare. Più poteri “modello Genova”? Servono a poco se non si assume personale tecnico».

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