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Storie di prigionia: un albo a fumetti da Poggioreale

Tutto ha avuto inizio nel settembre del 2018, dopo la proiezione — all’Ex OPG " Je so’ pazzo", centro sociale di Via Imbriani 218, nel quartiere Materdei — del film " Sulla mia pelle", dedicato a Stefano Cucchi. Da quell’evento, una serie di incontri e di dibattiti dai quali è nato un gruppo di lavoro che, dal marzo 2019, si è recato ogni settimana nel Padiglione Genova di Poggioreale per parlare coi carcerati, intervistandoli sulle loro condizioni e sul senso della loro detenzione. Esperienza che i volontari del progetto, "Sotto lo stesso cielo", hanno fatto diventare un fumetto con la collaborazione attiva dei reclusi.

È nata così "La voce degli invisibili", 54 pagine a colori, in vendita on line a 5 euro ( lavocedegliinvisibili. bigcartel. com) e il cui ricavato sarà destinato a finanziare altre iniziative sociali dell’Ex Opg. Alla stesura hanno preso parte — realizzando preziosi e illuminanti testi d’appendice — don Franco Esposito, cappellano di Poggioreale e presidente della Onlus "Liberi di Volare", Daniela Lourdes Falanga dell’Arcigay " Antinoo" e i membri dell’Associazione Antigone. " La voce degli invisibili" nasce con la consulenza di Kevin Scauri — ventinovenne napoletano, collaboratore della casa editrice Coconino Press e del Comicon di Napoli, fondatore del Collettivo Sciame — che dopo un workshop preliminare ha coinvolto nell’iniziativa altri tre giovani autori che si sono recati a conversare coi reclusi: Nova, Maurizio Lacavalla e Gianluca " Jazz" Manciola. Pablo Cammello è invece l’autore della claustrofobica cover in stile Charles Burns.

Le narrazioni sono contraddistinte da stili grotteschi e surreali che interpretano l’angoscia della prigionia. In "Metamorfosi", Scauri raffigura in chiave dantesca il sovrappopolamento delle carceri e la trasformazione dei condannati in carne da macello deprivata di ogni umanità. Nova, in "Legàmi", concentra la sua sensibilità sugli affetti familiari. Lacavalla punta uno spietato obiettivo sulla sanità carceraria, mentre Jazz, in " Uscire", si fa interprete delle problematiche legate al reinserimento post-pena nella società.

«Abbiamo deciso di pubblicare l’albo proprio adesso — ha spiegato Scauri — perché la pandemia di Covid- 19 ha accentuato e messo in luce tutte le criticità dei luoghi di reclusione, e gli stessi temi da noi trattati sono stati portati all’esasperazione. Speriamo così di porre l’accento sugli istituti penitenziari e sulla necessità di intervenire in maniera incisiva su di essi in questo momento di emergenza».

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